Un Viaggio europeo #86 – Haugesund (Norvegia)
“Ja, vi elsker dette landet”, “Sì, amiamo il nostro paese”! Così inizia l’inno nazionale norvegese. La seconda strofa rende omaggio al re Harald che unificò la Norvegia, e che, involontariamente, scattò la cristianizzazione del suo popolo.
Per la prima tappa di una serie nella quale esploreremo come il Vangelo si radicò fra i norvegesi, visiteremo la cittadina di Haugesund, nella contea di Rogaland, nel sudovest della Norvegia.
Affacciata sullo stretto Haugesundet, Haugesund è una cittadina relativamente recente che iniziò a svilupparsi nell’ottocento. Prima di ricevere lo statuto ufficiale di città nel 1854, questa regione rurale fu il teatro di vari eventi significativi della storia di Norvegia.
Il luogo che visiteremo oggi a Haugesund è un monumento chiamato Haraldshaugen, il quale si trova a due chilometri a nord dal centro. Il monumento è un obelisco costruito sulla tomba di Harald Haarfage, o Harald Bellachioma, il primo monarco del regno unificato di Norvegia. Haraldshaugen fu inaugurato il 18 luglio 1872 per il millennio dell’unificazione del regno.
L’unificazione della Norvegia fu la conclusione di una lunga serie di battaglie militari nel paese e segnò l’inizio del regno di Harald Bellachioma. Ma per capire come Harald influenzò la cristianizzazione del suo popolo, dovremo esaminare la sua vita in più dettagli.
Harald era il figlio di Halfdan, re di Vestfold, un piccolo regno vicino alla città odierna di Oslo. Sua madre era Ragnhild Sigurdsdatter, la nipote del re di Jutland in Danimarca. Sin dalla sua piccola infanzia, Harald sembrava destinato a vivere una vita influente. Ciò fu già rivelato a sua madre Ragnhild tramite un sogno nel quale vide che diventerebbe come un albero coprendo la Norvegia e i paesi circondanti. La storia dimostrerà che il suo sogno era esatto.
Dopo la morte di suo padre, Harald diventò re di Vestfold all’età di soli dieci anni. Più tardi, si innamorò di Gyda, la bella figlia del re di Hordaland, nella regione di Bergen. Quando le chiese di sposarlo, Gyda era d’accordo, però con l’unica condizione che egli conquista prima tutto il paese. Senza scoraggiarsi, Harald dichiarò: “Faccio appello a Dio che mi fece, di essere testimone che mai avrò i miei capelli tagliati o pettinati prima che avrò conquistato tutta la Norvegia, con skat(tasse), doveri e signorie, o prima che io muoia nel tentativo.”
Dopo una serie di battaglie vittoriose, Harald, i cui capelli erano diventati così lunghi che ricevette il soprannome di Haarfage (Bellachioma), vinse la sua ultima battaglia ad Hafrsfjord, 50 chilometri a sud di Haugesund. Harald sposò quindi Gyda e diventò così il primo re di una Norvegia unita.
Anche se Harald non si è mai davvero convertito al cristianesimo, sembra chiaro che era familiarizzato con la fede cristiana. Il suo bisnonno Harald di Jutland era stato cristiano. Parlando della fede di Harald, la Saga di Harald Haarfage afferma che “credeva al Dio che era il più forte, che aveva creato ogni cosa e che regnava su ogni cosa.”
Quindi, se Harald non si è mai davvero convertito al cristianesimo, come mai posso affermare che contribuì alla cristianizzazione dei norvegesi? Difatti, ciò accadde in due modi specifici.
Il primo è legato all’espansione vichinga, cioè al periodo in cui tanti norvegesi, o normanni come venivano chiamati all’epoca, migrarono in tutta l’Europa. Quando Harald diventò re, il suo duro regime di tassazione dei proprietari terrieri causò un aumento dell’emigrazione che iniziò già un secolo prima. In numerosi casi, l’espansione vichinga era di natura violenta e spesso, le vittime degli invasori erano cristiane. Ma come fu spesso il caso nella storia cristiana, furono le vittime a portare i loro persecutori alla fede in Cristo.
Il secondo modo in cui Harald influenzò la conversione del suo popolo era direttamente collegato al paese di Norvegia. Siccome Harald aveva avuto tanti figli dalle sue numerose mogli, decise di condividere il paese tra i primogeniti di ogni moglie e fece di Erik il signore supremo del regno. Ma, secondo le saghe, Erik, che diventò spaventosamente sopranominato Blodøkse (ascia insanguinata), iniziò ad eliminare tutti i suoi fratelli.
Più tardi, Harald ebbe un altro figlio da una concubina chiamata Torache era così grande da essere sopranominata Mosterstong, il palo di Moster, in riferimento all’isola da dove proveniva. Vedendo il male che Erik Blodøkse stava commettendo nella sua sete di potere, Harald capì che il suo figlio più giovane Haakon era in pericolo. Harald mandò quindi suo figlio in Inghilterra dove potrebbe crescere in sicurezza alla corte del re Atelstano. E siccome Atelstano era cristiano, Haakon fu battezzato e educato nella fede cristiana. Questo fu cruciale perché, più tardi, Haakon ebbe un ruolo decisivo nella cristianizzazione della Norvegia. Ed è ciò che esploreremo, Dio volendo, nella nostra prossima tappa.
Sì, i norvegesi amano il loro paese, cosiccome Dio, il Creatore della Norvegia. E ha scelto un modo assai inabituale per farsi conoscere dal popolo norvegese, sia in Norvegia sia all’estero.
Alla settimana prossima altrove in Europa.
Cédric Placentino
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