Essere un discepolo all’età dei media
Da Vista Magazine (Edizione 35)
Poco importa dove viviamo in Europa oggi, le tecnologie e i messaggi mediatici influenzano sempre di più le nostre vite quotidiane, la nostra testimonianza cristiana e i nostri ministeri cristiani. Le questioni missionarie relative all’azione nei media hanno quindi un vero significato per la chiesa evangelica in Europa.
Le questioni centrali sono reali e alla mano, compreso la necessità d’esplorare le domande seguenti: come reagire ai media di divertimento e ai media sociali da individui, famiglie e comunità? Come i cristiani vengono descritti e rappresentati nei bollettini d’informazione tradizionali e nei media di divertimento? Come la chiesa intera può essere mobilizzata per usare le piattaforme mediatiche appropriate per condividere il Vangelo? Come possono i cristiani essere formati per coinvolgersi nella missione integrale attraverso i media?
L’Europa contemporanea è una realtà ambigua e complessa. È un contesto di post-cristianità, in cui i rappresentanti dell’eredità cristiana, delle idee secolari influenti e delle diverse visioni religiose del mondo gareggiano per attrarre la nostra attenzione e la nostra fedeltà, spesso dentro e attraverso i vari media.
Questo articolo presenta dei concetti e degli approcci chiavi sviluppati nel Lausanne Media Engagement Network.[1]Queste idee sono già in corso di discussione nei vari contesti evangelici, sia in Europa che fuori.
Un triplice approccio missionario per l’azione nei media
I media sono i mezzi primari tramite i quali informazioni, idee e storie vengono diffuse. Incidono su tutte le sezioni della società in tutte le parti del mondo, compreso nel nostro continente secolare e pluralista. Quindi, se dobbiamo dare testimonianza di Gesù Cristo e di tutti i suoi insegnamenti in ogni nazione europea, in ogni sfera della società europea e nel dominio delle idee europee, non possiamo trascurare il mondo affascinante e complesso delle tecnologie e dei messaggi mediatici.
L’azione della Città del Capo comprendeva ‘la verità e i media globalizzati’ nella sezione ‘dare testimonianza della verità di Cristo in un mondo pluralista e globalizzato’ con un enfasi uguale in tre domini d’interesse maggiore. Questi tre domini chiavi sono la coscienza mediatica, la presenza mediatica e i ministeri mediatici.
La coscienza mediatica è la necessità urgente per più discepolato fedele, compresi sia la santità personale sia fare dei discepoli, quando incontriamo le tecnologie e i messaggi mediatici. La presenza mediatica è la chiamata insistente di entrare nei media d’informazione e di divertimento tradizionali con professionalità e integrità cristiana. I ministeri mediatici sono l’uso strategico di ogni tipo di piattaforma mediatica per comunicare il vangelo di Cristo nel contesto di una visione biblica e olistica del mondo.
Coscienza mediatica: un’opportunità di praticare ‘un ascolto doppio’
Nelle nostre vite quotidiane, da individui, famiglie, chiese e ministeri, siamo tutti utenti e consumatori di media. Ciò significa che siamo in contatto, coscientemente o incoscientemente, con tutto uno spettro di tecnologie mediatiche e di messaggi mediatici. Il mondo digitale emergente ci offre tante nuove possibilità appassionanti per la comunicazione, la comunione, e l’apprendimento, sia sul piano professionale, nelle nostre chiese e nei nostri ministeri, sia sul piano personale.
Tuttavia, in termini di tecnologie mediatiche, il nostro uso crescente degli schermi (come gli smartphone, le tavolette e i giochi) e i servizi online (quali la banca, i negozi e lo streaming) ci rendono anche vulnerabili in tanti modi. Inoltre, i messaggi mediatici concreti e fittizi sono influenzati da varie prospettive di visioni secolari e religiose del mondo, sia in termini di valori etici, di punti di vista dell’umanità e della realtà, sia di azioni fondamentali della fede.
Preparare gli individui, le famiglie, i ministeri di gioventù e le chiese a coinvolgersi con le tecnologie e i messaggi mediatici in questi livelli più profondi di visioni del mondo è una dimensione ampiamente dimenticata nella missione olistica, sia nell’emisfero nord sia nell’emisfero sud. Dobbiamo cambiare questo insieme, e dobbiamo farlo velocemente e in modo appropriato. Una tal formazione comprende ricerche, risorse e formazioni pratiche nella valutazione etica dei messaggi mediatici. Ciò include ugualmente mostrare la credibilità e la pertinenza di una visione biblica e olistica del mondo contro le prospettive alternative di visioni del mondo.
Nel contesto europeo, dobbiamo imparare dalla nostra lunga storia d’azione con le tecnologie e i messaggi mediatici. Una chiave per imparare sul passato, coinvolgersi nel presente e prepararsi per il futuro, sarà la nostra applicazione di un ascolto doppio della Parola e del mondo. Questa è una pratica quotidiana essenziale, cosiccome un approccio analitico significativo.
Presenza mediatica: un’opportunità di essere il sale e la luce nei media tradizionali
C’è un’ampia varietà di ruoli mediatici legittimi e strategici che devono essere esplorati nel mondo mediatico generale per i cristiani talentuosi in Europa.
Il giornalismo e l’opera documentaria rivelano fatti, storie e angoli trascurati, e ciò permette un dibattito pubblico e privato più armonioso. I media creativi e di divertimento possono presentare modi nuovi e innovativi per immaginare le verità cristiane, le quali possono generare un interesse autentico per le questioni morali e spirituali significative. Dalla presenza di commentatori e apologisti cristiani competenti nei media tradizionali, la credibilità e la plausibilità del vangelo e di una visione biblica e olistica del mondo potrebbe essere offerta ai scettici, a chi è in ricerca, e anche ai cristiani.
Questa chiamata alla testimonianza e all’integrità pubblica coinvolgendosi nei media tradizionali deve essere comunicata chiaramente nelle nostre chiese evangeliche e nei nostri ministeri di gioventù in Europa. Dobbiamo essere dei rivelatori di talenti per le voci evangeliche più giovani emergenti che potrebbero prendere vari ruoli e compiti con creatività, integrità e energia.
Ministeri mediatici: un’opportunità per essere strategici insieme in una missione integrale
Un uso effettivo di ogni tipo di tecnologia, formato e genere mediatico è cruciale per il discepolato, l’educazione della fede, l’evangelismo e il coinvolgimento sociale.
I ministeri mediatici specialisti in Europa hanno ancora dei ruoli legittimi e strategici da giocare, ma le piattaforme digitali trasformano ogni organizzazione missionaria europea, ministero di gioventù e chiesa locale in diffusore mediatico. Ciò crea una necessità crescente di partenariati d’evangelizzazione strategici e di discepolato in tutto il dominio dell’azione mediatica. Contemporaneamente, dobbiamo esplorare il modo in cui i media sociali creano delle possibilità crescenti per un ministero mediatico unico per ogni credente.
Come possiamo, noi evangelici, essere più strategici, insieme, nel nostro uso creativo ed effettivo di varie tecnologie, piattaforme e generi mediatici? Possiamo plasmare una cooperazione e una collaborazione generosa con il mondo cristiano più ampio?
Un invito aperto alla riflessione e all’azione missionaria
Da evangelici in Europa, dobbiamo intenzionalmente integrare l’azione mediatica nelle nostre strategie e nelle nostre pratiche di discepolato e di missione nel 21° secolo per l’Europa e fuori. Questo è un invito aperto a condividere le nostre riflessioni e le nostre migliori pratiche, e a coinvolgersi in un’azione missionaria collaborativa.
Margunn Serigstat Dahle
Professore associato in comunicazione e visioni del mondo, NLA University College, e direttore di squadra e di produzione per Damaris Norvegia.
Per maggior letture e risorse, visitatehttps://engagingmedia.info
[1]Rete Losanna di azione nei media
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