Un Viaggio europeo #65 – Kensington (Inghilterra)
La Riforma del cinquecento in Europa settentrionale produsse vari risultati significativi. In modo cruciale, si trattava di un ritorno alla verità della salvezza mediante la sola grazia. Ma la Riforma promosse pure l’uso delle lingue materne e ha persino portato all’indipendenza giudiziaria.
Per l’ultima tappa di questa miniserie nella quale abbiamo esplorato gli eventi che scattarono la Riforma inglese, visiteremo ancora una volta Londra. L’ultima volta, eravamo ai Trinity Square Gardens, vicino a Tower Bridge. Oggi invece, visiteremo il distretto reale di Kensington e Chelsea situato nella parte occidentale della città. Lì troviamo il Victoria and Albert Museum, a meno d’un chilometro del famoso Hyde Park. Con una collezione di oltre due milioni di oggetti, si tratta del più grande museo d’arte e di design al mondo.
Una delle sezioni principali del museo è la National Art Library (biblioteca nazionale d’arte). Contiene 750000 libri, dipinti, disegni, stampe e fotografie. Vi sono testi di varie persone famose, quali Leonardo da Vinci, il duca di Milano Ludovico Sforza, Giovanni Boccaccio, Dante Alighieri, François Rabelais, Molière, Charles Dickens o Beatrix Potter, per citarne soltanto alcuni.
In questa biblioteca, possiamo anche trovare un’antica versione di un libro di chiesa del 1543, il quale è intitolato A Necessary Doctrine and Erudition for any Christen man, set furthe by the kynges majestie of Englande &c (una dottrina e erudizione necessaria per ogni uomo cristiano, esposta da Sua Maestà il re d’Inghilterra & compagnia). Era ovviamente un titolo molto lungo ed è quindi meglio conosciuto sotto il nome di King’s Book (il libro del re). La ragione per la quale porta il nome del re è che il libro fu ordinato dal re Enrico VIII. Tuttavia l’autore principale del libro era l’arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer.
Il King’s Book è una delle testimonianze più chiare delle lotte interne che la Chiesa d’Inghilterra fronteggiava dopo la sua separazione da Roma.
Ma prima di parlare del libro, torniamo brevemente sugli eventi dell’epoca in Inghilterra. Nei nostri quattro ultimi episodi, abbiamo scoperto che fu l’instabilità matrimoniale del re Enrico VIII che portò allo scatto della Riforma inglese nel 1533. Da quel momento in poi, la Chiesa d’Inghilterra diventò divisa in due gruppi opposti, i riformati e i cattolici romani. Nei primi anni dopo la separazione con Roma, la Riforma sembrava di prendere il sopravvento. Ma velocemente, l’opposizione cattolica romana iniziò a crescere e ad influenzare il re.
Il bivio della lotta fu l’esecuzione di Thomas Cromwell nel 1540. Questo giurista fu uno degli uomini più potenti della corte d’Inghilterra ed era stato in favore della Riforma. Dopo la sua morte, anche se il riformatore Thomas Cranmer era ancora arcivescovo di Canterbury, la Riforma ristagnò.
La dottrina della Chiesa d’Inghilterra rispecchiava questi tempi instabili. Varie affermazioni di fede furono elaborate e poi rimpiazzate da altre, prima che i trentanove articoli, anche chiamati il Bishop’s Book (libro del vescovo), furono pubblicati nel 1537. Si trattava di brevi articoli definendo le dottrine principali della Chiesa d’Inghilterra. Sei anni dopo, il King’s Book fu pubblicato. Il libro era una spiegazione più completa della dottrina presentata nel Bishop’s Book.
Diamo quindi un’occhiata al contenuto di questo libro.
Certe affermazioni si avvicinavano alla teologia sviluppata da Martin Lutero. Ad esempio, il libero arbitrio viene definito così: (il libero arbitrio è un) certo potere della volontà legato alla ragione, secondo il quale una creatura ragionevole senza costrizione nelle cose della ragione, discerna e desidera il bene e il male; ma non desidera ciò che è accettabile a Dio almeno che sia aiutato dalla grazia, ma ciò che è male, lo desidera per se stesso. Quindi l’uomo aveva il libero arbitrio ma era troppo corrotto per poter scegliere la volontà di Dio. L’uomo aveva bisogno della grazia di Dio. Tuttavia, altri punti rispecchiavano ancora la dottrina della chiesa cattolica romana, quali l’invocazione dei santi o la preghiera per i morti. Inoltre, l’idea che le opere buone fossero necessarie per ottenere la salvezza rimaneva.
Oltre alla dottrina, il King’s Book ebbe un’influenza diretta sulla struttura della società. Ad esempio, conteneva dei punti che potrebbero essere considerati come le tappe iniziali verso l’indipendenza della giustizia. Non era più possibile per il clero di giustiziare gli eretici come era il caso nel contesto cattolico romano. Il clero era ormai sotto l’autorità dei magistrati civili. Ovviamente, questa era soltanto un’espressione pratica dell’autorità suprema del re sulla chiesa. Tuttavia, l’idea che il clero dovesse essere sotto l’autorità dei magistrati civili era una novità.
Inoltre, scopriamo che l’uso della lingua materna era esplicitamente incoraggiato nel King’s Book. Un esempio particolare di questo è nella prefazione. Lì leggiamo un’esortazione per la preghiera privata nella lingua materna. Capendo ciò che chiediamo a Dio, siamo capaci di pregare coscientemente e di desiderare più ardentemente ciò che chiediamo.
Il cinquecento fu un tempo sia di cambiamenti entusiasmanti sia di lotte dolorose nelle isole britanniche. Tuttavia, quasi cinquecento anni dopo, questo libro nel Victoria and Albert Museum è una brillante testimonianza dei progressi che la Riforma portò all’Inghilterra.
Alla settimana prossima altrove in Europa.
Cédric Placentino
Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese
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Foto: Pubblico dominio (Fonte: Wikipedia)
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