Trasformare il capitalismo dall’interno
Tanti Cristiani occidentali considerano che il capitalismo moderno è il sistema economico normale. Eppure, Dott. Michael Schluter dimostra in questo video che la Bibbia suggerisce una rivoluzione copernicana del modo in cui pensiamo ai sistemi finanziari.
Video in inglese – testo in italiano. Forum sullo stato dell’Europa 2012 a Copenaghen (Danimarca)
I Cristiani non dovrebbero pensare che possono ritoccare il capitalismo e ottenere qualcosa di consistente con il cristianesimo. Ci vuole una riforma ben più profonda.
Le domande sono: ‘Come si può fare una tale riforma?”, “Qual è l’insegnamento della Bibbia che punta in quella direzione?” e “Come si può implementarlo?”
Il mio professore all’Università Cornell negli Stati Uniti, dove feci il mio dottorato, diceva “la buona politica prosegue da una buona analisi.” Ho quindi deciso di focalizzare questa piccola sessione su quel che è il problema e di suggerirvi qualche lettura sugli esiti politici che propongo, invece di parlare direttamente della soluzione. Perché se non siete convinti che la diagnosi è giusta, non sarete interessati agli esiti politici.
Guardare al mondo primariamente attraverso l’obiettivo relazionale invece di quello finanziario o ambientale
Questo è molto in linea con la tradizione democristiana. Gesù dice: “Amate Dio e amate il vostro prossimo. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e tutti i profeti” (Matteo 22:37-40). La legge e i profeti includono l’aspetto finanziario e ambientale, quindi penso che Gesù sta dicendo che l’aspetto relazionale deve avere la priorità sull’ambientale e il finanziario.
Dobbiamo pensare alle questioni finanziarie in termini di dinamiche relazionali che creano invece di vice versa come si fa in questo momento. Il centro del nostro universo di pensiero è che il denaro è il centro dell’universo, e le relazioni devono fare il meglio possibile per conseguire gli obiettivi finanziari. Ciò che suggerisco è una rivoluzione copernicana in cui le relazioni sono il centro del nostro universo di pensiero e le operazioni finanziare devono servire l’interesse degli esiti relazionali. È un ribaltamento dell’argomento. Quali consigli la Bibbia ci da sul modo di conseguire questo ribaltamento?
La legge biblica è il modello d’un Dio relazionale per una società relazionale
Questa seconda assunzione fondamentale è molto radicale, anche per la maggior parte dei Cristiani evangelici che dicono di credere nella Bibbia. È qui che mi allontano fondamentalmente dal personalismo e dalla tradizione democristiana. Abbiamo dei singhiozzi su pezzi della legge biblica principalmente perché non l’abbiamo studiata abbastanza.
God, Justice and Society è un libro scritto da Jonathan Burnside, un lettore presso l’Università di Bristol, che faceva parte del Jubilee Centre. Burnside vi porterà nei passaggi difficili della legge biblica e vi mostrerà quanto sono fondamentalmente relazionali, e perché sono coerenti.
Dobbiamo riacquistare la stessa fiducia nelle nostre Scritture di quella che hanno i Musulmani nel Corano. Abbiamo poca fiducia nelle nostre Scritture e il punto chiave dove perdiamo il dibattito pubblico è sulla legge biblica. Dobbiamo tornare a quel materiale. Dobbiamo credere che fu ispirato da Dio. Dobbiamo studiare ciò che dice nel suo contesto culturale ed essere pronti a rispondere agli argomenti. Crediamo davvero che la legge biblica provvede un insegnamento sul modo di organizzare un’economia. Quali sono le componenti chiave?
È vero che c’è un problema nel considerare una società preindustriale nella società moderna. Tuttavia, sosteniamo che la legge biblica fu data da Dio per tutte le epoche, non sono temporaneamente. Gli esseri umani non vivranno di pane soltanto, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio. Quindi, cari fratelli e sorelle, perché abbiamo tagliato questa parte dal nostro pensiero? Perché lo abbiamo eliminato dal nostro pensiero sulla politica e l’economia mentre la legge parla precisamente di politica e d’economia? Dobbiamo avere fiducia e tornare alla legge biblica.
Ci sono due punti da precisare sulle implicazioni di prendere la legge biblica sul serio per i mercati e per lo stato:
La legge Biblica sostiene i mercati dei beni e dei servizi
Questo punto può sembrare tecnico ma è vitale. Se qualcuno ci chiede “sostenete il mercato?”, noi da Cristiani dovremmo rispondere “Sì, se significate un mercato dei beni e dei servizi”. Ma se significate un mercato dei terreni e del lavoro, credo che la risposta dovrebbe essere di no. Su tutte queste cose, il capitale, i terreni e il lavoro, la legge biblica suggerisce degli interventi maggiori in questi mercati. Se non c’è intervento in questi mercati, finiremo con tantissima ingiustizia.
C’è pure un divieto sull’interesse. Dobbiamo evitare il debito. Nella legge biblica, ogni debito viene eliminato ogni sette anni. È davvero impossibile? È davvero stupido? Il governo tedesco sta considerando questo tipo d’idea ora, ma perché così tardi?
Inoltre, il problema di dare allo stato un grande ruolo, come Keynes ed altri lo argomentarono in passato, è che toglie il processo decisionale dai livelli familiari e comunitari. Se fate questo, togliete le fondamenta sulle quali le relazioni sono costruite ai livelli familiari e comunitari. Se le famiglie e le comunità non possono prendere delle decisioni, governare l’attività economica e il benessere, fate della casa un centro ricreativo multiuso. La famiglia viene ridotta a qualcosa di triviale.
I capitali finanziari distruggono il capitale relazionale
Osservate i differenziali retributivi in Europa. La persona alla cassa del supermercato che prende i pagamenti viene pagata meno dell’1% del salario dell’amministratore delegato di ogni supermercato maggiore in Europa, sono preparato a scommettere. In Gran Bretagna, il rapporto è dell’1/500.
Crediamo che tutte le persone sono create uguali? Che segno d’uguaglianza è questo? Perché i Cristiani non dicono che questo rapporto è inaccettabile? Non crediamo che sia giusto di fronte a Dio. Non è un’espressione dell’amore per il prossimo di pagare dei differenziali così enormi.
Osservate le lunghe ore di lavoro sfavorevoli a livello sociale. Cosa generano nelle famiglie delle persone che devono lavorare 50-60-70 ore alla settimana?
Osservate il debito e il suo impatto a livello personale. Abbiamo fatto uno studio dal nostro centro di ricerca di Cambridge su tutta la Gran Bretagna. Abbiamo preso più di mille casi di debiti molteplici. Le conseguenze del debito a livello casalingo sono l’abuso minorile, il divorzio, moglie battute e altre cose del genere. Il debito ha delle conseguenze relazionali fortemente negative.
Se, noi Cristiani, crediamo che le relazioni sono importanti, e crediamo di certo che le relazioni sono il modo in cui Dio giudicherà le nostre vite. Il concetto di Dio come Trinità è relazionale; l’incarnazione è relazionale, perché Dio è con noi; la croce è relazionale, perché si tratta di riconciliazione; nei cieli, la chiesa sarà una comunità relazionale portata nell’eternità. Dovunque guardate nel Cristianesimo, è tutto sulle relazioni.
Ci è chiesto di fare delle relazioni il centro del nostro pensiero. Perché non siamo preoccupati dal debito ai livelli nazionali come lo siamo ai livelli personali e familiari? E cosa dire del debito intergenerazionale? Qualcuno ha usato il termine abuso fiscale minorile per descrivere quel che succede nei paesi occidentali in questo momento, perché stiamo abusando e sfruttando i nostri bambini nel modo in cui organizziamo il sistema fiscale affinché giovi a noi alle spese dei nostri bambini. È un enorme schema di Ponzi in corso.
Osservate la mobilità. La mobilità dei capitali porta alla mobilità del lavoro. La mobilità del lavoro frammenta le famiglie che non possono curarsi a vicenda, frammenta le comunità, frammenta le relazioni che dovrebbero essere mutualmente solidali.
Chiunque ha una pensione con delle agenzie private di pensioni fa parte del problema
Questo è perché mettiamo i nostri risparmi sul mercato. E non sappiamo dove vanno i soldi. Va ad un fondo pensione, ad una società fiduciaria. Da lì vanno ad un gestore di fondi. Da lì può andare in un obbligazione o un equità. Non lo sappiamo e non ci interessa sapere dove vanno.
Da Cristiani, siamo responsabili dei nostri risparmi, e non abbiamo alcuna idea di dove i risparmi sono andati. Potreste dire: “Quando incontrerò il Signore, gli dirò che ho ricevuto un rendimento del 6% sui miei risparmi. Ma il mio vicino ne ha avuto soltanto il 5%. Quindi sono stato un migliore amministratore dei miei soldi rispetto a lui.” Caro fratello, Dio ci dirà: “Non sono interessato di sapere se era il 6 o il 5%, voglio sapere dove sono andati i soldi.” “Li ho messi in una società d’investimento” potreste rispondere, ma ciò che è successo è che quella società d’investimento sosteneva dei siti web pornografici.
Bravo! Quindi i mei risparmi hanno contribuito a siti pornografici o siti di giochi d’azzardo. È davvero ciò che Dio vuole che noi facciamo con i nostri risparmi? Non abbiamo la responsabilità di sapere dove vanno i nostri risparmi e come li abbiamo usati? I Cristiani devono iniziare chiedendosi “Quale capitale ho?”, “Quanto è stato usato?” e “Come posso prenderne la responsabilità?”. Credo che è ciò che Gesù afferma nella parabola dei talenti. Ciò che Gesù fa dire al padrone quando parla all’uomo che ha seppellito il suo talento è: “Quindi sapevi che ero un uomo duro, cioè non relazionale, indifferente, che raccoglie laddove non ha seminato. Se sono quel tipo di uomo, dovevi mettere i miei soldi in banca e io li avrei tolti con interesse.”
Ciò che fanno le banche è porre una separazione opaca tra il prestatore e il mutuatario. Una volta che i soldi sono messi in banca, non abbiamo la minima idea di dove i soldi vanno, e dico che questo non è giusto! Da Cristiani, dobbiamo sapere dove vanno i nostri soldi e come sono usati. Diventiamo come proprietari assenti. Voglio i ricavi senza coinvolgimento.
Il rischio non giustifica la ricompensa
Tanti Cristiani dicono: “Metto i miei soldi nel mercato azionario, prendo un rischio e quindi sono autorizzato a ricevere una ricompensa.” E dico: “La persona che scommette sui cavalli all’ippodromo tiene esattamente lo stesso argomento.” Che differenza c’è tra scommettere nel mercato azionario e scommettere sui cavalli? Dal punto di vista del prestatore, è la stessa proposizione: monitoro l’azienda o monitoro il cavallo, decido qual è la migliore e ci metto i miei soldi affinché io possa tirarne ricavi. Ma non c’è responsabilità, non c’è coinvolgimento e non c’è partecipazione.
Necessità di nuove istituzioni
Faccio la stessa diagnosi di Karl Marx e di John Maynard Keynes. Tuttavia, la soluzione cristiana è diversa da quella di Marx, perché non cerchiamo una rivoluzione violenta, o da quella di Keynes, perché non crediamo che dovremmo chiedere ai governi di riparare i danni relazionali. Le conclusioni che abbiamo raggiunto sul modo in cui si crea un’economia relazionale possono essere sintetizzate in appena tre termini. Abbiamo bisogno di:
- Nuove istituzioni: ad esempio delle associazioni di famiglie trasformando le famiglie estese in unità economiche sostenibili per l’assicurazione, i risparmi, gli acquisti e così via, delle fiduciarie d’investimenti, delle borse regionali e così via.
- Una nuova strategia di crescita: abbiamo costruito le nostre idee intorno al concetto relazionale di centri d’eccellenza di Michael Porter;
- Un nuovo approccio al benessere: in un modo o un altro, dobbiamo togliere la responsabilità della sicurezza sociale dai governi centrali. Fu un errore enorme darlo questo ruolo in primo luogo. Non sarà facile. Ci vorrà un po’ di tempo ma crediamo che esistono modi di andare in questa direzione.
Non esiste una soluzione rapida a breve termine ai problemi dell’Europa. C’è invece una strategia a lungo termine, che significherà che non ripariamo soltanto i problemi a breve termine. Infatti, ciò che facciamo è costruire una nuova serie di fondazioni sulle quali l’economia europea può essere costruita ed essere competitiva a lungo termine contro l’Asia ed altre parti del mondo. Prima inizieremo, prima rimetteremo le nostre vite in ordine.
Ma in questo momento stiamo facendo esattamente ciò che abbiamo detto agli Asiatici di non fare. Li abbiamo detto nel 1999-2002: “Risolvete il vostro debito velocemente, negoziate, toglietevi fuori da questo debito in ogni modo possibile, ma fatelo presto affinché possiate tornare sulla via della crescita.” Ciò che facciamo è esattamente l’opposto. Stiamo lottando in continuo per fermare la crisi che viene. Accumuliamo il debito sempre di più e le conseguenze quando il crollo accadrà, e deve accadere perché è insostenibile, saranno che il processo di costruzione sarà più lungo.
Michael Schluter
Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.
Lettura consigliata
- Transforming Capitalism from within – Jonathan Rushworth and Michael Schluter
- The Relational Manager – Michael Schluter and David John Lee
- After Capitalism: Rethinking Economic Relationships – Paul Mills and Michael Schluter
- God, Justice and Society – Jonathan Burnside
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