Verso un Unione europea dei valori
Diversi padri dell’Unione europea erano motivati dalla loro fede cristiana. Insieme, volevano un’Europa radicata nell’ideale dell’interesse comune. Ma con il tempo, questa visione è quasi scomparsa. In questi video, il filosofo olandese Sander Luitwieler spiega che il Cristianesimo è l’unico modo affinché l’Unione europea possa recuperare quest’ideale.
Discorso pronunciato nel Forum sullo stato dell’Europa di Budapest (9 maggio 2011)
La ricerca di Robert Schuman dell’interesse comune era basata su una consapevolezza dei valori condivisi. Sarà soltanto se e quando torneremo a questi valori, per amore degli altri e nella speranza di un mondo migliore, che l’Europa potrà guardare al suo futuro con grande aspettativa.
Oggi è il 9 maggio. È la nostra giornata. Dovremmo esserne felici. Ci ricordiamo del 1950, quando il ministro degli esteri francese pronunciò la dichiarazione formando la base dell’Unione europea attuale. Nella sua dichiarazione, Schuman propose di piazzare la produzione franco-tedesca di carbone e d’acciaio sotto un’autorità comune affinché una guerra tra i due paesi non solo diventerebbe impensabile ma anche materialmente impossibile. L’Italia ed i paesi del Benelux si sono giunti in questo sforzo che risultò nella Comunità del carbone e dell’acciaio nel 1951.
Schuman ed altri padri fondatori dell’Unione europea erano spinti dall’idealismo e dalla ricerca dell’interesse comune. Questo non significava che l’interesse nazionale non aveva nessun ruolo da giocare. Al contrario, il processo d’integrazione europea permise agli stati membri di riprendersi economicamente e politicamente all’indomani della seconda guerra mondiale. Ne erano ben consapevoli. Eppure, all’inizio del processo d’integrazione, l’idealismo e gli interessi nazionali non si escludevano l’un l’altro, ma invece corrispondevano. L’interesse comune europeo corrispondeva all’interesse nazionale.
Perdita dell’idealismo iniziale
Oggi, la situazione è completamente diversa. L’idealismo di Schuman e la ricerca dell’interesse comune sono svaniti. Gli interessi nazionali predominano. Ad esempio, nella crisi dell’Euro, tanti politici e cittadini voltarono le spalle ai membri deboli dell’Eurozona, purché quando i politici li aiutavano davvero, era principalmente in base al loro interesse. Lo vediamo con la Grecia, il Portogallo e l’Irlanda. Lo vediamo anche in altre regioni con la politica dell’immigrazione. La Francia e l’Italia hanno proposto di reintrodurre i controlli delle frontiere per proteggersi dai profughi africani mentre altri stati membri hanno voltato le spalle. Questo è ancora più doloroso alla luce della responsabilità speciale dell’Europa rispetto all’Africa che Schuman vedeva nella sua dichiarazione.
Quindi, mentre l’interesse nazionale poteva essere stato importante all’inizio, senza la realizzazione dell’interesse comune, il processo d’integrazione europeo non ha futuro. Questa è la logica del progetto europeo. Se ogni umano guarda soltanto a se stesso, alla fine non ci sarà alcuna ragione di guardare all’altro, ancora meno di curarsi dell’altro. Il modo in cui l’Unione europea tratta i deboli dentro e fuori dai suoi confini rappresenta quindi due esami per il progetto europeo.
Tornare ai nostri valori comuni
Quindi, come possiamo piazzare di nuovo quest’interesse comune in avanguardia? Credo che sarà nel tornare ai nostri valori comuni sui quali l’interesse comune può essere basato. Varie tradizioni hanno contribuito alla cultura europea, in particolare la cultura greco-romana, il Cristianesimo, l’Umanesimo (con una U capitale) e l’Illuminismo. Anche se le etichette usate sono diverse in certi casi, queste tradizioni generarono una serie di valori comuni.
Credo che ce ne siano cinque: libertà, uguaglianza, giustizia, comunità e diversità. Anche se potremmo domandarci se questi valori sono specificamente europei (forse lo sono in combinazione), sono in ogni caso valori dell’Europa. E come lo leggiamo nei suoi scritti, Robert Schuman era molto consapevole dei valori e delle loro radici cristiane. Oltretutto, hanno avuto una posizione sempre più importante nei trattati europei consecutivi e sono anche presenti in modo preminente nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Ma credo che la domanda cruciale è: in quale modo questi valori vengono interpretati e messi in pratica? Le varie tradizioni, per la maggior parte, condividono gli stessi valori ma li applicano in modi vari. E ciò dipende dalla visione dell’uomo di ognuna di queste tradizioni. L’Illuminismo e il Romanticismo hanno contribuito alla comparsa della visione dell’uomo individualistica moderna. Questa visione dell’uomo ha trovato un’approvazione ampia sin dalla fine degli anni 1960. Questa visione considera l’uomo come essere autonomo che non ha bisogno di Dio o degli altri per essere se stesso. Invece di essere dedicato a Dio, l’uomo ha dedicato la sua vita ad altre autorità o dei. E il ‘se’ ha preso il posto degli altri.
Contrastare la visione individualistica dell’uomo
Il Cristianesimo contrasta questa visione dell’uomo individualistica prevalente con una visione dell’uomo relazionale. L’amore di Dio per noi forma la base. Dio è relazionale in se. Dio è amore ed è Tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, formando una comunità che esprime perfettamente quest’amore. L’uomo è creato all’immagine di Dio. Cosiccome lo è Dio, l’uomo è un essere relazionale. Questa relazionalità ha dimensioni sia verticale sia orizzontale. Questo è espresso nei due grandi comandamenti: “Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua e il tuo prossimo come te stesso.” (Luca 10:27).
In risposta all’amore di Dio, siamo capaci di amare Dio, i nostri vicini ed il creato. Siamo e diventiamo noi stessi nelle relazioni d’amore con gli altri. L’immagine di Dio si esprime in queste tre relazioni, essere un figlio di Dio, un vicino ai nostri simili e un dominatore del creato. La nostra relazione con il creato può essere capita come una derivazione della nostra relazione verticale con Dio e della nostra relazione orizzontale con altri esseri umani. Le tre relazioni fanno parte dell’essere umano. Attraverso lo sviluppo di queste tre relazioni, diventiamo pienamente umani, trovando una vita buona.
Questa prospettiva punta agli interessi europei, persino mondiali, comuni per amore dell’altro e nella speranza di un mondo migliore. E quest’interesse comune potrebbe essere basato sui cinque valori comuni che abbiamo discusso. Considerare l’Unione europea come una comunità di valori invece di una comunità d’interessi, potrebbe rafforzare l’identificazione dei cittadini con il progetto europeo, e quindi la sua legittimità. Sarà solo se e quando questi valori saranno interpretati e messi in pratica da una prospettiva relazionale che ci sarà speranza per l’Europa.
Sander Luitwieler
Direttore Foundation for Christian Philosophy | Lindeboom Institute
Forum sullo stato dell’Europa – Budapest 2011
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