Le divisioni dell'Europa
Il messaggio del Vangelo fu la fonte principale di vita del continente europeo. Eppure, la storia della Chiesa, con le sue divisioni interne e le sue lotto con le religioni stranieri, influenzò ugualmente la formazione dell’Europa. In quest’articolo, Evert van de Poll esplora certi aspetti di queste divisioni, in particolare la relazione tra la Cristianità e l’Islam.
Questo è un’anticipazione del libro di Evert ‘Fede cristiana e la modellamento dell’Europa’ che sarà presto pubblicato.
Il Cristianesimo è un denominatore maggiore, se non il principale, della storia dell’Europa. Al contempo, ha anche plasmato la sua diversità culturale, più di ogni altra cosa.
Varie interazioni con il Cristianesimo
Tutti i popoli d’Europa sono stati segnati da un’interazione tra la loro cultura ed il Cristianesimo, ma questo ha anche avuto delle forme diverse. Inizialmente, quando i popoli dell’Impero romano furono cristianizzati, erano in larga misura romanizzati, e le loro lingue latinizzate. Ma quando le tribù che vivevano più a nord furono cristianizzate, le loro culture non furono eliminate ma invece trasformate attraverso l’influenza della Chiesa. Mantennero le loro lingue, anche se adottarono la maggior parte della lingua ecclesiastica che era anche la lingua comune per gli istruiti, il latino ad ovest e il greco ad est.
Inoltre, la Chiesa aveva una posizione dominante, ma non esercitava la sua influenza nello stesso modo dappertutto. In certi casi, i prelati agivano in alleanza con i poteri politici esistenti. In altri casi, sostenevano gli avversari e rivali ai sovrani al potere.
Finalmente, quando le divisioni dentro la Chiesa si svilupparono in conflitti militari, plasmarono la mappa politica dell’Europa. L’esempio principale è il divario tra i Protestanti e i loro avversari della Chiesa romana, che generarono le guerre religiose nel cinquecento e nel seicento.
Ogni paese aveva la sua tradizione cristiana particolare. In ogni paese c’era l’alleanza tra i sovrani ed una chiesa particolare. Di conseguenza, il Cristianesimo prese colori nazionali diversi. In certi paesi europei, la Chiesa dominante nutriva chiaramente dei sentimenti nazionalistici. Si può pensare all’Ortodossia in Russia, al Luteranesimo in Germania e al Cattolicesimo romano in Spagna.
Dicotomie e confini dell’Europa
Malgrado la loro diversità di origini etniche, linguistiche e culturali, e malgrado le loro esperienze diverse con la stessa religione cristiana, i popoli d’Europa sono interconnessi con affinità regionali. Uno sguardo più approfondito alla diversità rivela una matrice specifica. L’Europa è costituita di regioni socioculturali plasmate da linee di separazione religiose storiche. Quando cerchiamo di tracciare i contorni di queste regioni, possiamo disegnare una specie di croce sul continente.
Quest’approccio non è nuovo. A fronte della questione di dove delimitare lo spazio geografico e culturale chiamato Europa, gli autori spesso tornano ai scismi politici e religiosi nella storia che l’hanno separato da altre regioni.
L’autore polacco Oskar Halecki è spesso citato quando parla delle due dicotomie che hanno determinato le origini dell’Europa cosiccome del suo sviluppo. Innanzitutto, la divisione tra l’occidente e l’oriente fu introdotta dagli antichi Greci e seguita dai Romani. Distinguevano le regioni intorno al Mediterraneo (ovest) coperte dall’Impero romano dalle regioni ad est. Quando i Musulmani conquistarono il Medioriente ed il Nordafrica nell’8° secolo, una seconda dicotomia apparve. Il mar Mediterraneo che aveva unito il mondo romano era diventato ormai il confine meridionale del mondo cristiano chiamato Europa, separandolo dal mondo islamico nel sud e nel Medioriente.[1]
L’autore francese Rémi Brague segue lo stesso approccio e ricapitola:
L’Europa, come può essere evidenziata su una mappa mondiale, può essere considerata come il risultato, il residuo di una serie di dicotomie, che sono emerse intorno a due assi, uno dividendo le regioni orientali dalle occidentali, l’altra dividendo le regioni nordiche dalle regioni meridionali. Risalgono a vari millenni.[2]
Nella mente dei popoli d’Europa, la divisione cristiana-musulmana è rimasta il confine meridionale del loro dominio, anche quando i Musulmani riuscirono a varcare il confine. In primo luogo, hanno mantenuto una presenza nella penisola iberica per vari secoli, ma furono gradualmente respinti fin quando il loro ultimo stato, il regno di Granada, cadde finalmente nel 1492. Nel frattempo, gli Ottomani musulmani avevano conquistato gli scampoli dell’antico Impero bizantino, nel 1453. Imposero il loro dominio in Europa sudorientale fino alla fine dell’ottocento. Durante questo periodo, la maggioranza della popolazione rimase ortodossa o cattolica, mentre i militari, i funzionari pubblici e certi gruppi di popoli si convertirono all’Islam. Troviamo i loro discendenti in Bosnia, in Albania, nel Kosovo, in parti della Macedonia del Nord e della Bulgaria, e nella parte europea della Turchia. Non dimenticare che Istanbul, l’antica Costantinopoli, è una metropoli d’un paese musulmano sul suolo europeo!
Evert Van de Poll
Professore di Studi religiosi e di Missiologia, Facoltà teologica evangelica, Lovanio, Belgio, e pastore con la Federazione battista francese.
Immagine: La caduta di Costantinopoli da Theofilos Hatzimihail (dominio pubblico, fonte: Wikipedia)
[1]Oskar Halecki, The Limits and Divisions of European History.
[2]Remi Brague, La voie romaine, p. 16.
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