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L’arresto e la fuga di Schuman (2a parte)

In questa pausa di Natale, il Centro Schuman per gli studi europei ripubblica degli estratti del libro di Jeff Fountain ‘Chi ha vinto la pace?’ (prossimamente in italiano). Oggi, Jeff esplora gli eventi principali della vita di Schuman che lo condussero a credere nella necessità dell’amore e della riconciliazione in politica internazionale.

I suoi studi in Germania avevano svelato a Schuman l’impatto del Kulturkampf del Cancelliere Bismarck contro la chiesa cattolica dal 1871 al 1878, e lo aiutò a vedere il bisogno di competenze legali di difendere la tolleranza religiosa.

L’enciclica maggiore del Papa Leone XIII, Rerum Novarum, articolando la dottrina sociale cattolica, ha formato la sua convinzione personale del bisogno per una società tollerante e giusta basata su un economia che serve l’umanità, e non viceversa.

Con una motivazione rinnovata, Schuman si lanciò nelle attività sociali. Da responsabile dei giovani della Diocesi di Metz, aiutò ad organizzare il Congresso cattolico tedesco del 1913 a Metz.

L’anno successivo, la guerra scoppiò un’altra volta tra la Francia e la Germania, per diffondersi velocemente coinvolgendo altre nazioni. Bocciato all’esame medicale, Schuman fu esentato dal servizio militare tedesco e fu assegnato al lavoro amministrativo. Il suo tempo fuori servizio era investito nell’aiuto ai profughi ed ai prigionieri, e per mobilitare le connessioni nella sua rete di carità cattolica.

La sconfitta tedesca del 1918 visse l’Alsazia-Lorena tornare un’altra volta sotto il dominio francese. Gli amici di Schuman lo esortarono a candidarsi per rappresentare la Mosella al Parlamento francese. Anche se aveva poche ambizioni per una carriera politica, riconobbe l’opportunità di lavorare per una società giusta e tollerante come immaginata in Rerum Novarum.

Da deputato all’età di trentatré anni, Schuman si ritrovò responsabile per la riconciliazione delle leggi bismarckiane delle ‘provincie perse’ dell’Alsazia e della Lorena con le leggi metropolitane francesi. Parigi proponeva una secolarizzazione rafforzata dell’educazione, ad esempio, e l’allineamento con la sicurezza sociale nazionale.

La maggioranza del popolo d’Alsazia-Lorena credeva che Bismarck aveva dato un assicurazione sociale superiore che non volevano perdere. Schuman concordava. Malgrado il Kulturkampf, i tedeschi avevano anche permesso ai cattolici, ai protestanti e agli ebrei di organizzare le loro scuole in Alsazia-Lorena. Schuman combatté vigorosamente per il loro diritti democratici di seguire la loro coscienza e di scegliere la loro religione e la loro educazione.

Schuman avvertì Parigi che la politica centralizzante non era democratica e potrebbe diventare ‘una grave fonte di problemi per i quali non possiamo prendere alcuna responsabilità’.

Fino ad oggi, la legge risultante assicurando le libertà ed i vantaggi unica in Francia per questa regione è conosciuta come Lex Schuman.

La sua rete di ex amici studenti ed ampi contatti in varie città tedesche attraverso il suo lavoro sociale cattolico gli avevano dato una visione internazionalista, rendendolo cauto del sentimento nazionalista, sia francese sia tedesco. Riconosceva in altri una solidarietà con quelli di fede comune e di buona volontà verso l’umanità in generale. I congressi internazionali cattolici e diplomatici che frequentava rinforzarono la sua convinzione per il bisogno di promuovere la comprensione e la cooperazione, l’associazione ed il rispetto fra le nazioni.

La sua competenza, la sua modestia, la sua integrità, e la sua abilità ad ascoltare, gli valsero un rispetto sia dai suoi sostenitori sia dai suoi avversari, assicurandolo la sua ripetuta rielezione, fin quando la guerra scoppiò di nuovo.

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

Foto: Casa Schuman a Scy-Chazelles (Francia) – Fonte: Wikipedia – Utente: TCY – Licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/legalcode

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