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Un viaggio europeo #40 – Ocrida (Macedonia del Nord)

È oggi la quinta ed ultima tappa della nostra miniserie esplorando una parte della storia della chiesa ortodossa.

Nell’episodio precedente, abbiamo visitato il paesino di Velehrad in Repubblica Ceca. Abbiamo camminato sulle orme di due fratelli e missionari presso gli slavi, Cirillo e Metodio. Ho concluso l’episodio dicendo che dopo la loro morte, i loro discepoli subirono delle persecuzioni dai cattolici germanici e furono finalmente forzati all’esilio.

Quindi, oggi, scopriremo dove questi discepoli si sono sistemati dopo la fuga, e uno di questi posti era Ocrida, oggi in Macedonia del Nord. È una città di poco più di quarantamila abitanti localizzata sulla sponda nordorientale del lago di Ocrida. La città è una delle località turistiche principali della Macedonia del Nord. È anche il luogo di residenza del presidente, del primo ministro e di altri alti ufficiali macedoni. 

Ma Ocrida è soprattutto un luogo di prima importanza per capire come il Vangelo ha raggiunto i popoli slavi meridionali. Qui possiamo anche scoprire come ha trasformato le società di questa terra. Per guardare a questo, visiteremo la vecchia città che fu costruita su questa collina chiamata Plaošnik già all’epoca romana. La collina è considerata un luogo santo dalla chiesa ortodossa, anche oggigiorno.

Qual è la ragione dietro a questo?

Possiamo trovare un indizio nella Chiesa di Santa Sofia dominando il lago. Dentro la chiesa si trova un affresco rappresentando Cirillo ed un uomo vicino a lui. Abbiamo già incontrato Cirillo la settimana scorsa. Ma chi è la seconda persona sull’affresco?

L’uomo non è Metodio, come potremmo pensarlo, ma Clemente di Ocrida. La ragione per la quale lo troviamo al lato di Cirillo è che era uno dei suoi discepoli.

Andiamo quindi a scoprire la storia della sua vita.

Clemente era nato intorno all’anno 840. Anche se non si può rintracciare precisamente la sua storia, incontrò probabilmente Cirillo e Metodio per la prima volta in un monastero del monte Olimpo della Misia (vicino a Bursa, nell’odierna Turchia). Clemente seguì i fratelli in varie missioni, prima presso i cazari in Crimea, e poi presso gli slavi in Moravia.

La relazione intima che aveva con i fratelli gli permise di diventare il successore naturale della missione in Moravia dopo la morte di Metodio. Tuttavia, l’opposizione cattolica nella regione accrebbe sensibilmente durante la sua vita, al punto che fu finalmente incarcerato. Dopo la sua liberazione, fu finalmente espulso dalla Moravia, con altre persone legate alla missione.

Clemente attraversò il fiume Morava ed arrivò in Bulgaria, all’epoca un immenso impero estendendosi dalla Slovacchia fino alla Macedonia del Nord.

Il re dell’epoca, Boris I, fu velocemente informato della presenza di Clemente nell’impero. Era una buona notizia per Boris, che si era appena convertito al cristianesimo. Ma la cristianizzazione dell’impero era politicamente complicata per lui. Sapeva che se collegasse la sua chiesa con Costantinopoli, la capitale del potente Impero bizantino, rappresenterebbe una minaccia potenziale per l’indipendenza del suo paese.

Siccome Clemente ed i suoi compagni erano istruiti e conoscevano l’alfabeto glagolitico (un antenato del cirillico), la loro presenza in Bulgaria sembrava essere tutto ciò che il re aveva bisogno. Clemente sarebbe capace d’insegnare la lingua slava ed il Vangelo al popolo. Ciò ridurrebbe pure il bisogno d’aiuto da Costantinopoli e potrebbe aiutare a preservare l’indipendenza della Bulgaria.

Il re Boris ha quindi ordinato Clemente di organizzare la chiesa e l’educazione in lingua slava nella parte sudoccidentale dell’impero. Per questo, Clemente viaggiò verso Ocrida, dove si sistemò.

Clemente costruì un monastero in cima a questa collina. Scrisse pure delle preghiere, degli inni e delle omelie in lingua slava, permettendo quindi ai locali di capire il vangelo. Inaugurò la Scuola letteraria di Ocrida. Certi documenti dell’epoca testimoniano che avrebbe avuto non meno di 3500 studenti in soli sette anni.

Più tardi, Clemente fu eletto vescovo d’una diocesi coprendo la regione, facendo di lui il primo vescovo della chiesa bulgara ortodossa.

Clemente morì il 27 luglio 916, e fu seppellito nel monastero che aveva costruito qui ad Ocrida. Più tardi, la chiesa che lui aveva dedicato ad uno dei padri della chiesa primitiva, Pantaleone, fu rinominata in onore di Clemente per diventare la Chiesa di San Pantaleone e San Clemente. E questa chiesa si trova ad appena seicento metri da Santa Sofia.

L’opera di Clemente per la liturgia e per l’educazione riuscì a produrre il risultato scontato dal re Boris. Permise ai popoli slavi meridionali di mantenere la loro lingua e cultura, impedendo quindi l’assimilazione nella cultura bizantina vicina. Per questa ragione, Clemente di Ocrida è considerato come uno degli sette apostoli del primo impero bulgaro.

Nelle ultime cinque tappe, abbiamo scoperto certe parti della storia della chiesa ortodossa. Ed anche se le divisioni della chiesa hanno causato tanta sofferenza, soprattutto nei Balcani, abbiamo anche potuto vedere la trasformazione che Dio fece tramite la Chiesa ortodossa in tanti territori europei.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

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Mappa: https://d-maps.com/index.php?lang=it 

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