Riforma sociale cristiana: qual è l’agenda? (4a parte)
L’ultima parte della conferenza di Dr. Michael Schluter (Jubilee Centre) in Irlanda del Nord, sulla necessità per i cristiani di perseguire sia l’evangelizzazione sia la trasformazione della società. Per leggere le parti precedenti della conferenza, cliccate sul tag ‘Jubilee Centre’ sotto questo articolo.
Per rispondere a queste domande, abbiamo cercato di prendere questo tema delle relazioni e di tradurlo in una base per la politica pubblica.[1]
Nel dominio della giustizia criminale, abbiamo cercato di sviluppare il concetto di giustizia relazionale, che contiene qualche similitudine con i concetti di giustizia restaurativa. Argomentiamo che l’obiettivo del sistema di giustizia non è soltanto quello di mantenere l’ordine morale ma di ristabilire la situazione tra il trasgressore e la vittima.
Sul tema delle finanze, abbiamo esaminato le implicazioni del divieto biblico di addebitare degli interessi, e crediamo che è quello che Gesù sottolinea in Matteo 25. Gesù suggerisce che un contratto di prestito basato sugli interessi dà al creditore un ritorno finanziario fondamentalmente illegittimo. Il creditore raccoglie laddove non ha seminato. (Matteo 25:26-27)
Esaminiamo pure il tema della salute. In particolare, esaminiamo il modo in cui definiamo la salute. Una cattiva salute non è semplicemente l’invasione di un microorganismo nel corpo, il quale deve essere combattuto con la tecnologia medicale. Dobbiamo anche esaminare il ruolo dello stress nella cattiva salute, guardando al legame tra il cancro ed il lutto o il trasloco. I problemi relazionali sono una causa maggiore di cattiva salute.
Nel dominio della rigenerazione urbana, esaminiamo la città, non come luogo necessitando una rigenerazione fisica, ma come matrice di relazioni. Poi, esaminiamo i modi di trattare i bisogni delle persone come i loro bisogni fisici e finanziari. Spero che questo mostra che esiste un potenziale per i cristiani di definire un agenda relazionale. E Spero davvero che certi di voi qui presenti potreste iniziare a definire quest’agenda per l’Irlanda del Nord.
Quali sono le implicazioni per i cristiani nell’ambiente politico? In primo luogo, crediamo che è vitale costruire adesso un sostegno per quest’approccio relazionale per una visione sociale condivisa in tutte le sezioni della comunità. Vorremmo quindi incoraggiare ECONI[2] a coinvolgersi nell’esame dell’agenda per l’Irlanda del Nord. In modo simile, vorremmo vedere i cristiani portare l’approccio relazionale a tutti i livelli della vita pubblica – nelle aziende, nella pubblica amministrazione, negli enti territoriali, negli organismi di beneficienza. In tutti questi domini, esiste un potenziale di iniziare ad esaminare la politica e la vita in termini di relazioni, e vogliamo incoraggiare ogni cristiano ad iniziare a portare questi valori relazionali nei loro domini di lavoro.
Per quanto riguarda le chiese ed i cristiani individuali, vorrei incoraggiare un coinvolgimento più grande per riscoprire e studiare il testo biblico. In particolare, è ora di tornare in certi libri dell’Antico Testamento e di darli una seria considerazione. Deve esserci un coinvolgimento per il perdono nell’esperienza personale. La nostra esperienza in Ruanda ci ha mostrato che non c’è speranza di perdono nella vita pubblica se i cristiani non sono preparati a perdonare nella loro vita privata, anche se non è facile come si può a volte presupporre. Tuttavia, se non possiamo perdonare nella nostra esperienza da cristiano, non c’è assolutamente nessuna speranza di perdono nella sfera pubblica. Il perdono nella vita pubblica deve essere una ricaduta del perdono nelle nostre esperienze personali.
Finalmente, voglio insistere sulla priorità dell’evangelismo rispetto all’azione sociale come fondamenta della motivazione relazionale e, in modo più importante, come un arruolamento per il regno eterno di Dio. Dico questo essendo qualcuno che ha dato la sua vita per l’azione sociale, essendo stato profondamente coinvolto per almeno venticinque anni a cercare di portare i valori cristiani nella vita pubblica. Ma credo comunque che l’evangelismo è la priorità per i cristiani. Credo che dobbiamo vedere il nostra azione sociale non semplicemente come parte del mandato del creato, non semplicemente come parte della nostra gestione del creato di Dio (anche se lo è indubbiamente), ma anche come parte del secondo Grande Mandato, quello di fare dei discepoli fra tutte le nazioni.
Cosiccome Giovanni il Battista preparava la gente per la venuta di Cristo, l’opera che facciamo cercando di trasformare la società e cercando di portare i nostri valori nella società, nelle nostre scuole e nei nostri ospedali, nelle nostre aziende, in ogni dominio dove la gente lavora, è una preparazione. Questo coinvolgimento con la società è laddove la gente vede ciò che il nostro cristianesimo significa davvero. Perché se diciamo che siamo appassionati dalla nostra relazione con Gesù Cristo, ma poi non mostriamo alcun interesse per la società che ci circonda, allora la gente concluderà che il nostro coinvolgimento non significa un granché. Di conseguenza, i nostri tentativi di trasformare la società sono vitali come condizione necessaria e come fondamenta per l’evangelismo.
Anche se i cambiamenti che possiamo fare nell’ordine sociale o politico sono importanti, dobbiamo realizzare che la cosa ancora più importante è l’adesione e l’arruolamento nel regno, perché questo ha un significato eterno.
Non dovremmo perdere di vista l’enorme mandato che abbiamo da Gesù stesso, di fare dei discepoli fra tutte le nazioni, introducendoli in una relazione con Cristo e aiutandoli a crescere in questa relazione. Questa avvertenza è anche trovata alla fine del passaggio di Matteo che ho citato. Gesù dice: “Perciò io vi dico: Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi, e dei farisei, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli.” Nessuna pratica e nessun’insegnamento della legge porterà una persona al cielo, perché questo deve essere fondamentalmente un atto della grazia di Dio.
Michael Schluter
Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.
Ringraziamo specialmente il Jubilee Centre. Per maggior informazioni, visitate il sito web http://www.jubilee-centre.org.
[1]Per un analisi più approfondita, vedere ad esempio, Michael Schluter and David Lee, the R Factor (Hodder & Stoughton: London, 1993); Nicola Baker (ed.), Building a Relational Society: New Priorities for Public Policy (Arena: Aldershot, 1996) and Jonathan Burnside and Nicola Baker (eds), Relational Justice: Repairing the Breach (Waterside Press: Winchester, 1994)
[2]ECONI: Evangelical Contribution on Northern Ireland (Contribuzione evangelica per l’Irlanda del Nord) – ex nome del Centre for Contemporary Christianity in Ireland, dove Michael Schluter dava questa conferenza.
Questo articolo ha 0 commenti