Relazionismo: Perseguire una visione biblica per la società (2a parte)
Questo è il secondo articolo sul tema del Relazionismo, il quale contiene il potenziale di iniziare una nuova riforma biblica nelle nostre società moderne. Per leggere l’articolo completo in inglese, cliccare qui. Per leggere altri articoli dal Jubilee Centre, cliccate sul tag ‘Jubilee Centre’ in basso a questo articolo.
Superare le obiezioni
Mentre ‘scoprivamo’ la legge biblica, eravamo confrontati con una serie di ragioni secondo le quali non dovremmo cercare di applicarla alla vita odierna. Ognuno di queste dovevano essere trattate. Quattro delle obiezioni più importanti erano:
‘Il ruolo della Legge biblica non continua nel Nuovo Testamento’
Una lettura superficiale del Nuovo Testamento fa apparire che la legge dell’Antico Testamento è stata abolita con l’arrivo di Gesù. Paolo, ad esempio, dice che ‘Cristo è il fine [o l’obiettivo] della Legge (Matteo 5:17) e Paolo dice altrove che ‘la Legge è buona se uno la usa legittimamente’ (1 Timoteo 1:8). Fortunatamente, la tesi di dottorato di Chris Wright ha aiutato a chiarificare il ruolo della legge dell’Antico Testamento per il Cristiano. Ha trovato tre livelli di compimento o d’applicazione: tipologico, escatologico e paradigmatico.[1]Quest’ultimo livello, cioè che l’organizzazione sociale distintiva d’Israele faceva parte della sua chiamata di essere ‘una luce per le nazioni’ (Isaia 42:6), aveva una rilevanza immediata per il nostro lavoro.
‘I cristiani non hanno il mandato di promuovere la Legge biblica nella società odierna’
La risposta immediata si trova nell’incentivo offerto da Gesù, ‘chiunque metterà in pratica ed insegnerà questi comandamenti sarà chiamato grande nel regno dei cieli’ (Matteo 5:19). Esiste un legame intrinseco tra la legge ed il regno. Come dice Paolo, la Legge fu introdotta per portarci a Cristo (Galati 3:24). Tuttavia, se il regno è solo dove il governo di Cristo è riconosciuto nei cuori della gente, com’è quindi la relazione tra Cristo ed il resto dell’umanità? Il Nuovo Testamento rivendica che il regnodi Cristo è su tutta l’umanità, sia da creatore sia da redentore, che la gente lo riconosca o meno (Matteo 28:18). I cristiani hanno quindi l’autorità data da Dio per rivolgersi alla società sia con la Legge sia con il Vangelo.
‘La Legge biblica difende una società basata sul patriarcato e sulla schiavitù’
La questione dei sessi nella legge dell’Antico Testamento è complessa e una certa tolleranza deve essere consentita per il contesto culturale. Tuttavia, le società agricole non possono permettere che l’eredità della terra passi sia ai figli sia alle figlie, oppure che appezzamenti diventino più velocemente suddivisi e dispersi. Questo era realmente un problema in Israele (Numeri capitoli 27 e 36). La Legge sceglie l’opzione patriarcale, consistente con il resoconto di Genesi. Per quanto riguarda la schiavitù, l’istituzione d’Israele era molto lontana dalla vita nella Grecia e nella Roma antica. Gli schiavi in Israele potevano fuggire (Deuteronomio 23:15-16), ed erano liberati ogni sette anni (Deuteronomio 15:12-15). La schiavitù dell’Antico Testamento è effettivamente più simile ad un contratto di servizio domestico, sebbene dava un potere notevole al maestro di casa. In realtà, era una punizione nella comunità per un ladro o una persona in debito (Esodo 22:3), ed era probabilmente più umana rispetto all’esclusione sociale e l’inattività imposta di un carcere moderno.
‘Non è chiaro quali parti della Legge biblica dovrebbero essere applicate oggi’
Anche se tante leggi e le loro sanzioni erano parte della legge cerimoniale d’Israele, quindi compiute in Cristo e non più vincolanti per il cristiano (ad esempio le leggi alimentari), Gesù insiste che nessuna parte della Legge può essere completamente abbandonata solo perché sembra culturalmente irrilevante (Matteo 5:17). Le categorie dei riformatori di legge morale, civile e cerimoniale aiutano se sono capite per descrivere vari obiettivi invece di vari tipi di legge. Un comandamento specifico, ad esempio quello di mantenere il sabato santo, può essere visto simultaneamente come avendo delle funzioni morali, civili e cerimoniali. È la funzione morale-civile della Legge, non il suo ruolo come segno dell’alleanza dell’Antico Testamento (Esodo 31:13), che è rilevante per l’organizzazione della società odierna.
C’erano tante altre obiezioni che abbiamo affrontato nei primi anni del nostro inseguimento di quest’approccio. Sembrava che i cristiani avevano trovato tante ragioni nel corso degli ultimi 300 anni di non studiare l’applicazione della legge per la società contemporanea.
(La terza parte sarà pubblicata la settimana prossima)
Michael Schluter
Dr Michael Schluter ha un dottorato di ricerca in economia agricola dalla Cornell University (USA). E il fondatore del Jubilee Centre e della Relationships Foundation. Ha anche lavorato da economista per la Banca mondiale.
Ringraziamo specialmente il Jubilee Centre. Per maggior informazioni, visitate il sito web http://www.jubilee-centre.org.
[1]Vedere Christopher J.H. Wright, Living as the People of God(IVP, Leicester, 1983).
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