Un viaggio europeo #36 – Costantinopoli (Turchia)
Oggi, inizieremo una nuova miniserie nella quale impareremo un po’ di più su una delle chiese più importanti d’Europa, la chiesa ortodossa orientale.
In questa tappa, visiteremo una città che ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo del cristianesimo ortodosso, Costantinopoli (oggi Istanbul).
Con quindici milioni di abitanti, la città è la più popolata d’Europa. È stata fondata prima del 7° secolo a.C. da coloni del Peloponneso greco. Fino al 4° secolo d.C., era una cittadina relativamente piccola chiamata Bisanzio. Nel 330, conobbe un’ascesa improvvisa quando Costantino, il primo imperatore romano cristiano, decise di traslocare qui la capitale dell’Impero e di ribattezzare la città ‘Nuova Roma’. Più tardi, la città fu chiamata Costantinopoli in suo onore.
Il luogo che visiteremo oggi è uno dei siti più importanti della città, Hagia Sophia (Basilica di Santa Sofia). Questa chiesa grandiosa costruita nel 537 è situata vicino allo Stretto del Bosforo. La chiesa e la sua architettura unica, mischiando cristianesimo ed islam, ha tanto da rivelarci sulla chiesa ortodossa.
Prima di guardare alla storia della chiesa ortodossa, dobbiamo guardare al modo in cui la chiesa universale si sviluppò nei primi secoli.
Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, i primi credenti iniziarono a diffondere il Vangelo fuori da Israele. Velocemente, quattro centri del cristianesimo diventarono importanti: Gerusalemme, Antioca, Alessandria e Roma. Il vangelo si diffuse velocemente anche a Bisanzio, ma diventerà un centro maggiore del cristianesimo soltanto più tardi.
Velocemente, dei vescovi furono scelti per dirigere questi quattro centri principali del cristianesimo. Fra altre cose, un vescovo insegnava le Scritture e serviva di portavoce e di responsabile per la comunità. Le loro chiese erano ovviamente più grandi di altre. E quindi, quando altre comunità avevano bisogno di missionari, questi erano mandati dalle grandi chiese con la benedizione dei vescovi. Ad esempio, dei missionari d’Antioca furono mandati in Siria, in Armenia o in Georgia, mentre missionari d’Alessandria furono mandati in Etiopia o in Nubia (Egitto meridionale), dove hanno servito delle chiese che esistono tuttora.
Quando le chiese più piccole crescevano, iniziarono ad eleggere i loro vescovi, i quali erano sotto l’autorità dei vescovi delle città più importanti. I vescovi dei centri principali del cristianesimo diventarono quindi arcivescovi, cioè supervisori di vescovi.
Ma come Costantinopoli è cresciuta in importanza?
Nel 4° secolo d.C., due cambiamenti maggiori sono capitati nell’impero romano. Il primo era che il cristianesimo diventò la religione ufficiale dell’impero. Questo cambiò inevitabilmente il ruolo dei vescovi, ricevendo più poteri secolari, specialmente a Roma, e non sempre con esiti positivi. Il secondo cambiamento era che la capitale dell’impero fu traslocata da Roma a Costantinopoli. Evidentemente, la chiesa della città crebbe in importanza. Ma ufficialmente, era sempre supervisionata da la cittadina vicina d’Eraclea.
L’imperatore sentiva il bisogno di cambiare lo statuto della chiesa di Costantinopoli per rispecchiare meglio la nuova struttura politica. Questa era una delle ragioni dietro all’organizzazione del secondo concilio ecumenico, cinquant’anni dopo il primo a Nicea. Questa volta, fu organizzato qui, a Costantinopoli, nel 381.
Anche se il concilio produsse importanti conclusioni teologiche, fece anche una dichiarazione importante nei confronti di Costantinopoli:
“Il vescovo di Costantinopoli riceve la priorità d’onore dopo il vescovo di Roma, perché questa città è Nuova Roma.”
Questa dichiarazione ebbe tre conseguenze profonde, una positiva e due negative.
La positiva era che questa dichiarazione ha fatto di Costantinopoli il cuore del cristianesimo nella regione per i secoli successivi. La grandiosa Hagia Sophia fu costruita per rispecchiare la nuova posizione della chiesa locale. Dei missionari erano educati qui prima di essere mandati a stabilire delle chiese in terre che non erano state raggiunte dal vangelo. La chiesa era anche al cuore di riforme legali ispirate dalla Bibbia, quali il Codice Giustiniano. Questo codice legale diventò il solco della nostra tradizione legale europea.
Quali sono quindi le conseguenze negative?
La prima era che questa dichiarazione offese i vescovi d’Alessandria e d’Antioca, e questo ruppe l’unità della chiesa. Settant’anni dopo, l’offesa si trasformò in separazione quando Antioca e Alessandria rigettarono i canoni del concilio di Calcedonia, organizzato in una cittadina vicino a Costantinopoli. Finora, le chiese di Georgia, d’Armenia, d’Etiopia, siriache e copte sono ufficialmente separate dalle chiese occidentali.
Poi anche se la posizione di Roma non era contestata, la chiesa romana temeva che l’ascesa di Costantinopoli creerebbe una lotta di poteri tra di loro. Purtroppo, questo si verificò. Nei secoli successivi, la relazione tra Roma e Costantinopoli era caratterizzata da lotte. Finalmente, questo condusse al famigerato Grande Scisma del 1054, che fu attivato proprio qui, nella Hagia Sophia.
Queste divisioni hanno fortemente indebolito le regioni coinvolte. Difatti, le prime invasioni islamiche ebbero successo in tutte le terre orientali colpite dallo scisma di Calcedonia. Più tardi, anche il successo dell’invasione islamica di Costantinopoli nel 1453 era da attribuire alla posizione indebolita della chiesa ortodossa dopo il Grande Scisma. I quattro minareti intorno ad Hagia Sophia ne sono una testimonianza.
Oggi, tuttavia, il dialogo tra queste chiese storicamente divise si svolge come mai prima. Inoltre, tanti profughi arrivando in Europa sono dei membri di queste antiche chiese orientali. Sarà qui una parte del piano di Dio di restaurare l’unità della sua chiesa?
Alla settimana prossima altrove in Europa.
Cédric Placentino
Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese
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