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Chi parla per l’Europa?

Ogni lunedì in queste prossime settimane, il Centro Schuman pubblicherà gli articoli dell’edizione 33 del periodico Vista. Iniziamo oggi con la presentazione dell’edizione e con l’editoriale di Jo Appleton. Per leggere l’edizione completa in inglese, cliccare qui.

Avete già sentito qualcuno parlare “a vostro nome” senza mai aver chiesto il vostro parere? O forse siete stati in una conversazione e non potevate parlare perché qualcun altro la dominava?

Quando si tratta di conversazioni sulla missione oggi in Europa, le stesse cose possono accadere. Certe voci dominano mentre altre sono marginalizzate. E similmente, se parliamo soltanto con delle persone come noi, o con delle persone che lavorano nello stesso campo, rischiamo di sentire soltanto delle opinioni simili alle nostre.

Questa edizione di Vista presenta le opinioni di 13 voci rappresentative sull’Europa. Abbiamo fatto nove domande intorno al tema di “chi parla per l’Europa?”. Le risposte sono state poi analizzate e sono presentate in modo tematico nelle pagine successivi.

Abbiamo chiesto delle risposte fra (1) dirigenti e piantatori di chiese, (2) responsabili e voci fra i migranti/la diaspora, (3) responsabili d’agenzie missionarie, (4) l’Alleanza evangelica europea, e (5) un ‘estraneo’ lavorando nella missione europea.

Ringraziamo Daniel Costanza, Raphael Anzenberger, Richard Bromley, Mike Betts, Tony Peck, Samuel Cueva, Usha Reifsneider, Harvey Kwiyani, Kent Anderson, John Gilberts, Joke Haaijer, Frank Hinkelmann e Jeff Carter.

Siamo ben consapevoli che questo gruppo non è rappresentativo – c’erano troppo poche donne, neanche una voce dall’Europa dell’Est, e ovviamente, chi non parla inglese è effettivamente tenuto sotto silenzio. Questo illustra semplicemente l’importanza della questione, cosiccome la nostra sordità rispetto a certe voci. Chiediamo perdono a chi poteva essere invitato a partecipare ma con chi non abbiamo potuto collegarci.

Squadra editoriale di Vista

Sentire voci

I risultati delle elezioni europee di maggio 2019 spingono la domanda: “chi parla per l’Europa?’ sul piano politico. Le elezioni per il Parlamento europeo del mese scorso hanno visto dei successi dell’estrema destra in certi paesi ma anche grandi vittorie per i Verdi. In Francia, il Rassemblement National di Le Pen è arrivato in testa con il 23% dei voti, mentre in Olanda, il partito di Geert Wilders ha perso tutti i suoi seggi. La ‘Polarizzazione’ e la ‘frammentazione’ sono due parole usate per descrivere il panorama politico in Europa.

Ecco per la politica – che cos’è della Chiesa e della missione in Europa? Siamo ugualmente polarizzati e frammentati nelle nostre opinioni? Ascoltiamo soltanto le voci con chi siamo d’accordo, o siamo aperti ad imparare da chi potremmo non essere d’accordo? E cerchiamo attivamente le voci meno sentite, quelli che non hanno automaticamente un seggio alla tavola per qualsiasi ragione che sia, ma che “fanno a modo loro”?

La domanda di “chi parla per l’Europa?’ ha causato tanto dibattito nella squadra editoriale mentre preparavamo questa edizione. Speriamo che gli articoli tematici possano altrettanto provocare il pensiero e il dibattito presso i nostri lettori.

Speriamo che, mettendo in evidenza voci che sono – e non sono – sentite, possiamo incoraggiare la coscienza della portata delle voci appassionate dalla Chiesa e dalla missione in Europa. Chi ha orecchi da udire oda ciò che lo Spirito ci dice oggi.

Jo Appleton

Jo Appleton ha una formazione nella scrittura e nella ricerca sulla missione e l’impianto di chiese, che combina attualmente con un lavoro nella gestione del cambiamento nella NHS (sanità) nel Regno Unito.

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