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Un viaggio europeo #29 – Milano (Italia)

Italia
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Proseguiamo oggi con il nostro mini viaggio sulle orme dei valdesi per scoprire l’eredità del loro movimento in Europa.

Dopo tre tappe in Francia, attraversiamo le Alpi per arrivare a Milano. La capitale della Lombardia fu fondata nell’anno 600 a.C. ed è oggi la seconda città più grande d’Italia.

Milano contiene certe opere architetturali fra le più rinomate al mondo, quali il Duomo ed il Teatro alla Scala. Ma per il nostro obiettivo, cammineremo per 900 metri dal Duomo verso est. Attraverseremo la Via Larga per arrivare al tempio valdese chiamato San Giovanni in Conca.

Il tempio si trova di fronte ai giardini del Palazzo Sormani di stile barocco del seicento, che è oggi la biblioteca principale della città. Il tempio ha una facciata di stile neoromanico, ed è interessante sapere che viene in realtà da un’altra chiesa che fu demolita per la costruzione di una strada.

Purtroppo, abbiamo soltanto dei frammenti della storia dei Valdesi a Milano all’inizio del duecento. Tuttavia, certi elementi possono aiutare a farci un idea di quel che successe qui all’epoca.

I Valdesi sono probabilmente arrivati a Milano verso la fine del dodicesimo secolo, qualche decennio appena dopo la distruzione della città alle mani dell’Imperatore tedesco Federico Barbarossa. Sono probabilmente arrivati qui con Valdo di persona, poco tempo dopo la loro espulsione da Lione.

All’epoca, la politica della città era dominata dal movimento dei patarini, il cui obiettivo era di pulire la chiesa dalla corruzione politica, in particolare dalla simonia, cioè dalla pratica della vendita di ordini della chiesa.

Questo movimento trasformò Milano in un luogo di rifugio per i gruppi dissidenti, com’era il caso nelle Città-Stato quali Metz e Strasburgo, come lo abbiamo visto negli ultimi due episodi. Certe fonti affermano che ci sono stati fino a diciassette gruppi del genere nella città. Certi erano più religiosi di altri.

E quindi, quando i Valdesi sono arrivati a Milano, hanno incontrato dei gruppi molto simili a loro. In particolare, uno di quelli erano gli Umiliati, che avevano ugualmente fatto il voto di vivere una vita di povertà. Erano dei discepoli di Arnaldo da Brescia. Quest’uomo era uno dei primi riformatori della storia e fu finalmente martirizzato a Roma. Il loro nome, Umiliati, viene dal fatto che praticavano la povertà e si vestivano in semplicità. Tuttavia, denunciavano il clero con più veemenza rispetto ai Valdesi. Erano inoltre commessi a non mentire o non giurare.

Era a causa della loro posizione a favore della predicazione laica che gli Umiliati, cosiccome i Valdesi, furono dichiarati eretici da Roma, al concilio di Verona. Il Papa sapeva benissimo che questa pratica era una delle chiavi che poteva porre fine al potere cattolico in Europa.

Si può quindi capire che, siccome vivevano nella stessa città e condividevano tanti punti, gli Umiliati ed i Valdesi diventarono conosciuti sotto il nome comune di Poveri di Lombardia. Ma in pratica, non sono mai stati davvero uniti, perché avevano delle divergenze su vari punti. Questi non erano soltanto dettagli teologici ma punti che avevano un’influenza sul loro modo di vita. Ad esempio, i Valdesi capivano che la solidarietà doveva essere praticata tramite il lavoro degli uni per gli altri. Gli Umiliati, invece, credevano che la solidarietà era attinta mendicando, un principio centrale anche per un altro movimento nascente dell’epoca, i Francescani.

La visione valdese del lavoro può essere considerata come uno sviluppo precoce dell’etica protestante del lavoro. Questa, a sua volta, era la radice del successo economico dell’Europa protestante.

Un altro aspetto centrale al movimento valdese era l’educazione. Dei testi dell’epoca riferiscono che i Valdesi avevano acquisito un terreno a Milano sul quale hanno costruito una schola. Non si sa di preciso cosa questa schola poteva essere o dove si trovava. Ma in base a quel che sappiamo sui Valdesi, non sarebbe sorprendente se scoprissimo che la schola era in realtà una scuola dove la gente poteva imparare a leggere le Scritture. Purtroppo, questa fu velocemente demolita sotto gli ordini di Filippo I Lampugnano, l’Arcivescovo di Milano all’inizio del duecento.

La posizione debole della chiesa cattolica a Milano all’epoca non le permise di lanciare una crociata contro i Valdesi come fu il caso in altri luoghi d’Europa. E quindi, invece di questo, Roma cercò ad infiltrarsi nel movimento, in particolare attraverso il lavoro di Durando da Osca. Quest’uomo era un ex Valdese che era tornato alla chiesa cattolica. Fondò il movimento dei Poveri cattolici con lo scopo di far tornare i Valdesi sotto Roma. Ma la sua opera non produsse tanto frutto.

Più tardi nella storia, i Valdesi a Milano sperimentarono delle persecuzioni. Ma il semplice fatto che troviamo qui un tempio valdese è una prova che il movimento non è morto.

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

Segui un viaggio europeo qui.

Mappa: https://d-maps.com/index.php?lang=it 

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