Un viaggio europeo #27 – Metz (Francia)
Proseguiamo il nostro mini viaggio sulle tracce dei valdesi prima della Riforma. Oggi, saremo di nuovo in Francia ma stavolta nel nordest del paese, nella città di Metz, parte della regione di Lorena.
La città si trova sulle rive della Mosella, che scorre fino al Reno in Germania. È caratterizzata da un’architettura che testimonia una presenza cristiana antica. Nella città, troviamo la basilica pre-medievale di Saint-Pierre aux Nonnains, una cappella dei cavalieri templari dell’alto medioevo, varie chiese gotiche del basso medioevo, e vari alberghi rinascimentali.
Ma per trovare traccia dei valdesi, dobbiamo visitare la cattedrale della città, dedicata a Santo Stefano. Fra le sue particolarità, possiamo trovare delle vetrate d’artisti rinomati, il più famoso essendo Marc Chagall. Inoltre, la navata della cattedrale è la terza più alta di Francia.
Metz era un centro politico importante all’inizio del medioevo, perché era la capitale dei regni d’Austrasia (6° secolo) e di Lotaringia (9° secolo). Diventò una Liberà città imperiale nel 1189 e fu una repubblica fino al quattrocento, prima di essere incorporata nel Regno di Francia.
All’epoca, l’Europa occidentale funzionava sotto l’autorità del papa, siccome coronava gli imperatori ed i rei. Tuttavia, Metz era una repubblica perché la città non era governata direttamente da un imperatore coronato dal papa, ma da un’oligarchia, cioè una congregazione di nobili.
Anche se Metz non era quel che chiameremmo oggi una democrazia, questa forma di governanza diede ai cittadini più libertà rispetto ad altre regioni dell’impero. Qui, la chiesa sembrava meno capace di controllare la città. Sarà possibile che l’intrepidezza dei nobili verso la chiesa cattolica era un frutto della presenza dei valdesi? Anche se non conosco la risposta a questa domanda, Metz era chiaramente un contesto eccellente nel quale i valdesi potevano vivere ed operare in relativa libertà.
Quest’intrepidezza fu visibile soprattutto in un evento specifico che si produsse nella cattedrale della città alla fine del dodicesimo secolo.
Un giorno, mentre il vescovo chiamato Bertram celebrava la messa, riconobbe due valdesi nella congregazione. Li aveva visto in precedenza condannati a Montpellier, nel lontano sud della Francia! Dal suo pulpito, Bertram diede velocemente l’ordine d’arrestarli. Ma la gente nella cattedrale rifiutò d’obbedire. Oggi, potremmo chiamare questo un atto di disobbedienza civile.
Quest’evento dimostra quanto i valdesi godevano di una protezione dell’oligarchia locale contro i piani dei cattolici. Sotto la loro protezione, i valdesi diffusero delle traduzioni degli Evangeli, delle Epistole di Paolo, dei Salmi e forse anche di altre Sacre Scritture. Questo era notevole sapendo che la stampa non era ancora inventata. Il loro lavoro riuscì a conquistare i cuori di tante persone influenti nella Repubblica. Più tardi, il clero cattolico scoprì le loro riunioni segrete, ma non poteva fare niente per fermarli.
Da Metz, i valdesi inviarono dei missionari nelle regioni circondanti. Un esempio della loro ampia influenza è che certe delle loro traduzioni delle Scritture furono confiscate a Liegi in Belgio. Questa situazione diventò così incontrollabile che il Papa Alessandro III ne fu velocemente informato. Preoccupato, chiese al vescovo di Metz di fare un indagine. Ma quando Bertram interrogò i nobili della città sui valdesi, risposerò: “solo Dio è degno della nostra obbedienza”.
Questo è molto interessante per varie ragioni. Come lo dicevo, il sistema cattolico era piramidale ed esigeva l’obbedienza al papa. Ma a Metz, vediamo i nobili applicare quel che chiamiamo oggi la libertà di coscienza, che è una parte vitale della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Inoltre, siccome i nobili dichiaravano la loro obbedienza a Dio, affermavano difatti che tutti (cioè autorità comprese) dovevano essere obbedienti a Dio. E questo significava che la gente poteva disobbedire alle autorità per obbedire a Dio. Possiamo vedere qui che la libertà di coscienza, data per scontata oggigiorno, è soprattutto un frutto della comprensione biblica dell’obbedienza a Dio. Non esiste nessun’altra base sulla quale questa libertà può esistere.
Ma torniamo alla nostra storia: cos’è successo dopo l’inchiesta inconcludente di Bertram?
Il papa mandò certi dei suoi monaci a Metz per bruciarvi le loro traduzioni delle Scritture. Più tardi, Roma iniziò anche una crociata nella regione, dello stesso tipo di quella nel sud della Francia della quale ho parlato la settimana scorsa. Ma persino queste iniziative non riuscirono a sradicare completamente il movimento valdese dalla Repubblica.
La settimana prossima, scopriremo quanto il loro movimento provocò degli eventi più drammatici in altre città.
Alla settimana prossima altrove in Europa.
Cédric Placentino
Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese
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