Una voce dall’est
“Senza la sua identità cristiana, l’Unione europea non rappresenta niente di più di un quadro burocratico sovrannazionale dal quale un numero sempre più grande di Stati nazioni si sente allontanato.”
Con un linguaggio chiaro e diretto, il pubblico del monumentale Palazzo patriarcale a Bucarest ascoltava l’ex ambasciatore rumeno al Vaticano, a Parigi e a Lisbona inaugurare il Forum sullo stato dell’Europa, un evento organizzato ogni anno nella capitale del paese alla presidenza dell’Unione europea (vedere il video della diretta).
Un cristiano ortodosso devoto, Dr. Teodor Baconschi (a destra sulla foto), che ha pure servito da ministro degli affari esteri del suo paese, diceva che la visione orientale era che l’occidente, avendo abbandonato la sua identità cristiana ed i suoi valori tradizionali a favore del politicamente corretto, ha provocato l’escalation dell’Euroscetticismo e dinamizzato le critiche populistiche.
La Celebrazione della Giornata dell’Europa di giovedì scorso aveva lo scopo di mettere in evidenza il ruolo della fede di Robert Schuman, il ministro francese degli affari esteri, dando nascita al progetto europeo con la Dichiarazione Schuman di tre minuti il 9 maggio 1950.
Il discorso d’apertura seguiva il benvenuto di Padre Ionut Mavrichi, rappresentando Sua Beatitudine, il Patriarca Daniel. Dopo aver recitato il Simbolo niceno-costantinopolitano, ho invitato Padre Mavrichi a discutere sul ruolo del simbolo nel modellamento dell’Europa. In un pensiero della settimana precedente, avevo scritto sul simbolo che aveva sia unito l’Europa dandola un quadro comune di fede per i popoli d’Europa, sia diviso l’est dall’ovest in un sisma tragico che è durato oltre novecento anni.
Sì, affermava Padre Mavrichi, il Simbolo niceno-costantinopolitano aveva avuto un ruolo fondamentale nel modellamento dell’Europa. Ha citato un filosofo rumeno che aveva dialogato con lo storico tedesco Oswald Spengler, che considerava che gli inizi dell’Europa si trovavano nel nord con Carlo Magno. No, rispose il rumeno, i veri inizi dell’Europa erano nel 325 d.C. con il Concilio di Nicea. La sua formulazione della fede cristiana della rivelazione di Dio attraverso Cristo aveva dato all’Europa un quadro comune per quasi diciassette secoli. Purtroppo, la controversia del ‘filioque’, su una frase aggiunta dalla chiesa occidentale, aveva portato alla scomunicazione mutuale tra l’est e l’ovest nel 11° secolo.
Le statistiche per quanto riguarda il cristianesimo, in tanti luoghi d’Europa occidentale odierna, possono essere deludenti, egli aggiungeva, eppure come lo hanno mostrato gli eventi recenti – facendo riferimento all’incendio di Notre-Dame – tanti erano ancora sotto l’incantesimo delle cattedrali.
Sminuita
“Oggi, vediamo un Europa che cerca a reinventarsi negando le sue radici cristiane. Speriamo che noi, Europei, ritroveremo la ragione. Sono europeo e le mie convinzioni dovrebbero pure essere rappresentate al livello europeo,” diceva Padre Mavrichi in conclusione.
Dr. Baconschi ha proseguito con questo argomento nel suo discorso, sostenendo che l’importanza della religione era sminuita nel modellamento di un destino europeo comune.
“Faccio parte dei critici del secolarismo radicale,” egli diceva, “un fenomeno che, secondo me, può parzialmente spiegare la crescita dell’euroscetticismo in tutto il Vecchio continente.”
L’Europa si era riconnessa con la sapienza profonda dell’esperienza cristiana dopo il 1945, lui ricordava, proclamando quindi il periodo più lungo di pace e di prosperità nella storia del nostro continente. È il nostro dovere, quindi, di costantemente rivisitare le circostanze che hanno fatto passare l’Europa unita dal sogno alla realtà. Il progetto europeo era stato sia concettualizzato sia messo in pratica da cattolici e protestanti cristiani. La dottrina democristiana della chiesa cattolica, delineando un’Unione europea libera e piacevole. Le sovranità nazionali non devono essere pregiudicate ma invece unificate sotto i principi ispirati dal cristianesimo della sussidiarietà e della solidarietà, un concetto personalista dei diritti dell’uomo.
Aspirazioni perse
Tuttavia, sotto il liberalismo e sotto il secolarismo, il futuro è definito in opposizione con il passato. Nessun dogma o tabù è sufficientemente significativo per contestare la ricerca utopica della libertà incontrollata.
Oggi, la maggioranza degli europei non aspira a niente di più di una vita confortevole e ha perso le sue aspirazioni metafisiche.
L’allargamento europeo ha accolto tante nazioni postcomuniste che definisco ancora la loro identità in relazione con i valori cristiani tradizionali. Il divario culturale separando l’est dall’ovest è diventato più manifesto. Questo implorava la domanda seguente, proposta dal Dr. Baconschi: Bruxelles ed i governi dei 27 stati membri realizzeranno l’importanza dell’identità religiosa per colmare il divario tra le metà orientali ed occidentali dell’Unione europea?
“Non vogliamo far parte di una comunità europea che rinuncia alla sua identità giudeocristiana e disprezza i desideri dei suoi cittadini di preservare i loro modi di vita, le loro tradizioni ed i loro valori fondamentali,” egli avvertiva.
Dr. Evert Van de Poll (a sinistra sulla foto), rispondendo da protestante occidentale, diceva che l’ovest aveva bisogno di sentire questo messaggio dall’est. La voce dei valori è stata tacitata. Abbiamo bisogno di persone come il Dr. Baconschi per ricordarci di quel che capita quando perdiamo i nostri valori, egli affermava.
Una fondazione solida era stata posta per il forum del giorno successivo nel Palazzo parlamentare – del quale farò un rapporto nel prossimo Pensiero della settimana.
Jeff Fountain
Direttore Centro Schuman
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