Un viaggio europeo #20 – Ginevra (Svizzera)
Memorie risuscitate
Siccome siamo già alla ventesima tappa, torneremo in un luogo che avevamo già visitato prima (vedi seconda tappa). Mi riferisco alla città di Ginevra.
L’ultima volta, eravamo lungo la riva del Lago di Ginevra per esplorare il passato precristiano della città. Oggi invece, esploreremo una testimonianza dell’espansione del cristianesimo a Ginevra. Vi propongo quindi di camminare dalla riva del lago fino alla Rue Rodolphe-Toepffer, ad un chilometro a sud. Qui scopriamo una chiesa con duomi dorati in forma di cipolla, che potrebbe coglierci di sorpresa. Di solito troviamo questo stile di architettura nella parte orientale dell’Europa. Ma curiosamente, questa chiesa si trova davvero a Ginevra, ed è in realtà una chiesa russa ortodossa, chiamata Cathédrale de l’exaltation de la Sainte-Croix (cattedrale dell’esaltazione della Santa Croce).
Perché troviamo qui una chiesa russa ortodossa, in una città la cui storia è stata molto più legata al calvinismo che non all’ortodossia orientale?
La storia risale al diciannovesimo secolo. Nel 1859, la sostanziale comunità russa della città ottenne l’autorizzazione dal governo della città di costruire la loro cattedrale. Era la prima volta che una chiesa russa ortodossa poteva essere costruita in Svizzera. Una persona famosa della comunità russa di Svizzera era la sorella dello zar Alessandro I, la Granduchessa Anna Fyodorovna. Utilizzò la sua grande fortuna per finanziare la costruzione della chiesa. Fu terminata nel 1866 e inaugurata nel corso dell’anno successivo.
Ma questo luogo ha pure un’altra storia da raccontare. In realtà, il legame tra questa terra e l’adorazione cristiana risale ben prima nella storia, con l’esistenza di un’altra chiesa costruita intorno al quinto secolo.
Il cristianesimo iniziò probabilmente a diffondersi a Ginevra intorno al terzo secolo. La città non fu risparmiata dalle invasioni germaniche che investirono tutto l’Impero romano d’occidente tra il quarto ed il sesto secolo. Curiosamente però, certe tribù che entrarono in questa terra erano già convertite al cristianesimo prima delle loro migrazioni. E questo era già forse il caso della tribù dei Borgogna che si stabilì nella regione di Ginevra intorno al quinto secolo. Un’illustre membra della tribù era una donna chiamata Clotilde. Da cristiana, sposò il re dei Franchi, Clovis, ed ebbe quindi un ruolo centrale nella sua conversione.
Sua sorella Sédeleube, pure destinata ad una vita reale, decise invece di diventare suora. A quei tempi, le reliquie di un membro cristiano della legione tebana, Vittore, furono appena scoperte a Soletta (Svizzera). Vittore era diventato famoso per aver deciso di morire invece di obbedire agli ordini dell’imperatore romano di uccidere i cristiani in Svizzera. E quindi, era un’altra principessa, Sédeleube, a finanziare la costruzione di una chiesa in questo stesso posto. Questa fu dedicata a San Vittore e le sue reliquie furono portate qui.
Sebbene localizzata fuori dalle mura della città, questa chiesa diventò il luogo d’adorazione cristiana più importante di Ginevra per i secoli successivi. All’inizio del secondo millennio, la chiesa di San Vittore diventò un priorato dell’ordine cistercense. E cosiccome in altri monasteri cistercensi, i monaci coltivarono qui le terre circondanti la città (intorno ai paesini di Cartigny, Chancy, Laconnex e Troinex) per la produzione del vino.
Nel corso del Medioevo, altri monasteri furono fondati a Ginevra. Diventarono gli elementi centrali della città, offrendo l’assistenza sociale, la sanità, l’educazione e qualsiasi altra cosa necessaria affinché una società potesse crescere. Purtroppo però, quando crebbero in prosperità ed in comfort, i monasteri crebbero pure in immoralità, che attinse l’apice alla fine del quattrocento, qualche decennio prima della Riforma.
Negli anni 1530, la città di Ginevra, che aveva adottato la Riforma, era assediata dall’esercito del ducato cattolico vicino di Savoia. Per poter proteggere i dintorni della città, le autorità distrussero il priorato e presero controllo delle sue terre.
Purtroppo, una delle memorie più preziose della città era stata cancellata dalla mappa.
Oggi, in un periodo della storia in cui tante chiese vengono desacralizzate, trasformate in musei, biblioteche, ristoranti oppure distrutte, possiamo essere riconoscenti che un po’ più di tre secoli dopo la distruzione del priorato di San Vittore fu costruita una cattedrale su questa terra.
Oggi questo luogo è una testimonianza dei conflitti interni che la chiesa europea ha vissuto, principalmente attraverso il grande scisma del undicesimo secolo e la riforma del cinquecento. Tuttavia, specialmente sin dalla fine della seconda Guerra mondiale, il dialogo tra le varie confessioni si sta restaurando. Questo è davvero una tappa importante verso l’unità per la quale Gesù aveva pregato poco prima del suo arresto e della sua crocefissione (Giovanni 17:11)
Alla settimana prossima altrove in Europa.
Cédric Placentino
Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese
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