Un tempo per piangere, un tempo per ballare
Un tempo per piangere, ed un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio, ed un tempo per danzare – Eccl.3:4
Era un tempo per piangere e per far cordoglio venerdì scorso nel Hagley Park di Christchurch, quando la cerimonia nazionale di ricordo era organizzata per le 50 vittime dell’attacco terroristico della supremazia bianca, perpetrato esattamente due settimane prima alla moschea Al Noor, ad appena qualche centinaia di metri di là.
Vestita con una cappa cerimoniale maori, la prima ministra neozelandese, Jacinda Ardern, ha parlato alle 25.000 persone presente – ed ai milioni di telespettatori in tutto il mondo – di una “responsabilità di essere un posto che è diverso, accogliente e pieno di compassione. Ma anche i virus più odiati possono esistere in luoghi dove non sono benvenuti. Il razzismo esiste ma non è il benvenuto qui. Un attacco alla libertà di chiunque di noi di praticare la nostra fede o la nostra religione non è benvenuto qui. Non siamo immuni dai virus dell’odio, della paura, “dell’altro”. Ma possiamo essere la nazione che scopre il rimedio.”
“Abbiamo tanto lavoro da fare”, lei continuava, “ma non abbandonare il dovere di combattere l’odio al governo solo. Ognuno di noi ha il potere nelle sue parole, nelle sue azioni, nei suoi atti quotidiani di bontà. Che questa sia l’eredità del 15 marzo: di essere la nazione che noi crediamo di essere.”
“La nostra casa è una casa che non pretende e non può pretendere di essere la perfezione, ma che si sforza ad essere autentica alle parole incorporate nel nostro inno nazionale.”
Ha poi citato la strofa seguente:
Uomini di ogni credo e razza,
Convenuti qui di fronte al Tuo viso,
Chiedendo Te di benedire questo luogo,
Dio difendi la nostra libera terra.
Dalla discordanza, invidia, odio,
E corruzione proteggi il nostro Stato,
Rendi il nostro Paese buono e grandioso,
Dio difendi la Nuova Zelanda.
Un ovazione in piedi della folla data alla prima ministra, faceva l’eco dell’approvazione mondiale che lei aveva ricevuto per la sua risposta piena di compassione ed inclusiva ai massacri terroristi, portando un velo per dire ‘siamo con voi’, il suo rifiuto di pronunziare il nome dell’autore, la sua azione rapida per vietare le armi semiautomatiche, ed il suo rimprovero piacevole della mancata condanna della supremazia bianca dal presidente americano, il razzismo e l’islamofobia. Il New York Times ha pubblicato un editoriale con il titolo: L’America merita un dirigente buono come Jacinda Ardern. La sua scelta di leggere la strofa parlando di rendere ‘il nostro paese… grandioso’ era di certo un commento sottile sulla vera grandezza.
Essendo in Nuova Zelanda per una breve visita, ho letto soltanto dei rapporti positivi da fonti cristiane sulla risposta quasi ‘cristiana’ agli attacchi contro la comunità musulmana, di perdono e d’amore invece di vendetta e di odio. Un amico medico mi ha detto che tanti migranti musulmani sono venuti in Nuova Zelanda per essere in sicurezza dalla violenza nel loro paese d’origine, comprese le vittime del Pakistan, dell’Etiopia, della Somalia, della Siria, dell’Afghanistan, della Giordania e dell’Indonesia.
Un tempo per ballare
Venerdì scorso era anche un tempo per ridere e per ballare. In un programma previsto ben prima che l’attacco terroristico venisse a perturbare le vite, i piani e gli orari, delle festività si sono svolte in un auditorio di una mega-chiesa ad Auckland per marcare i cinquant’anni del movimento mondiale di lode. Tanti osservatori hanno riconosciuto che questo movimento era iniziato alla fine degli anni 60 in Nuova Zelanda. Era in quel periodo che una giovane coppia, assistita da due giovani fratelli, sono entrati in uno studio un sabato mattina ed hanno registrato undici canti in tre ore, dando luogo ad un disco EP chiamato Scripture in Song (La Parola in canto). Questo diventerebbe il primo d’innumerevoli dischi registrati in studio in tutto il mondo, da David e Dale Garratt, con altri musicisti e cantanti.
Nella Festa dei 50 anni di Scripture in Song, David et Dale hanno radunato i loro amici ed artisti di tutto il mondo, in carne e ossa, e via video, per guardare indietro con gratitudine per l’enorme influenza di questo movimento. Appoggiandosi sul movimento carismatico, ha trasformato il canto di chiesa in un adorazione sincera di cuore verso Dio, per finalmente traboccare nella realtà etnica diversificata del popolo di Dio. Dei cantanti, ballerini e musicisti polinesiani, maori ed i cantanti di Nashville si sono uniti al pubblico per celebrare il modo in cui Dio aveva preso questo piccolo granello di senape per creare un movimento mondiale. Karen Lafferty (Seek ye first – Cercalo prima), Bob Fitts, Jamie Owens, Evie Tornquist, Darlene Zschech, Fletch Wiley, Brent Chambers e Steve Apirana facevano parte di tanti compositori ed artisti, conosciuti a livello internazionale, che hanno espresso il loro debito di riconoscimento verso i Garratt per aver ispirato il loro ministero.
Essendo uno di quei due fratelli ad aver cantato sulla primissima registrazione, ho anche un debito di riconoscimento verso David e Dale per il mio ministero d’adorazione negli anni 1980 in Olanda ed in Europa.
Questa breve visita dall’altro lato della terra è stata per me un ricordo opportuno della potenza delle minoranze creative, sia nel cordoglio, sia nelle festività.
Jeff Fountain
Direttore del Centro Schuman
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