Cos’è mai successo? (Prima parte)
Tratto dal libro di Jeff Fountain Deeply Rooted. Il libro sarà pubblicato prossimamente in italiano.
Oggi, l’Unione europea continua ad attrarre degli stati membri, ha rimpiazzato la violenza con il dialogo e ha preservato la pace per quasi settant’anni. Eppure pochi rivendicherebbero che vive secondo il sogno originale di Schuman, cioè essere una ‘comunità di popoli profondamente radicata nei valori cristiani di base’. Cos’è successo a quel sogno?
La tendenza travolgente in Europa negli ultimi settant’anni è stata chiaramente quella della secolarizzazione, e questa è stata rispecchiata nel tenore generale del processo decisionale dell’Unione europea. I valori biblici sono stati da tanti considerati obsoleti, bizzarri, superati ed ininfluenti. I secolaristi ritenevano che la religione era condannata a morire lentamente ai margini perché gli Europei diventerebbero molto più influenzati dall’illuminismo.
Questo presupposto, tuttavia, si è rivelato privo di fondamento. Oggi, il termino ‘post-secolare’ è sempre più utilizzato per descrivere i nostri tempi. Dio e la religione stanno ritornando sulla scena europea, un soggetto di tanti dibattiti recenti nei media. La presenza rinnovata dell’Islam è stata soltanto un elemento a causare il dibattito della religione e della politica di riemergere.
Una breve indagine sullo sviluppo dell’Unione europea dal 1950 ci aiuterà a capire cos’è capitato a quel sogno.
I. La storia dell’Unione europea
La dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950 era la svolta spettacolare che ha creato virtualmente, da un giorno all’altro, l’architettura concettuale della Casa europea nella quale vivono oggi un mezzo miliardo di europei in pace gli uni con gli altri. Era una tappa modesta ma concreta, contenendo embrionalmente gli elementi che si sarebbero poi sviluppati nell’Unione europea odierna. Dopo tante negoziazioni e consultazioni, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio nacque con la firma del Trattato di Parigi nel 18 aprile 1951. La Francia, la Germania Ovest, l’Italia, il Belgio, il Lussemburgo e l’Olanda erano i primi membri fondatori.
Le istituzioni stabilite dal Trattato di Parigi sono ancora oggi i quattro pilastri dell’Unione europea: l’Alta autorità (oggi la Commissione europea), il Consiglio dei ministri, l’Assemblea comune (oggi il Parlamento europeo) e la Corte di giustizia.
Il successo iniziale di quest’iniziativa portò all’espansione della cooperazione tra gli stati membri, portando alla Comunità economica europea (CEE), al Trattato di Roma nel 1957; o più correttamente, i Trattati di Roma. Perché contemporaneamente, dei trattati erano firmati per la cooperazione nello sviluppo dell’energia nucleare, la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e per l’unione doganale.
Dietro a questi sviluppi, l’iniziativa francese continuò a giocare un ruolo chiave. Quest’è tanto più significativo, dato la natura volatile della scena politica francese contemporanea, con i comunisti ed i gaullisti agitando ad entrambi gli estremi, mentre i democristiani ed i socialisti cooperavano nel centrocampo. Le maggioranze fragili pro-europee potevano essere facilmente influenzate dagli estremi, e questo condusse al rigetto della Comunità di difesa europea, denunciata dai gaullisti come ‘l’unico esempio conosciuto del conquistatore chiedendo ed ottenendo la parità con il conquistato’.
Quando il nazionalista de Gaulle diventò presidente nel 1958, dopo essersi vigorosamente opposto a tutti i trattati europei, sorprese poi tutti quando prontamente sottoscrisse a questi trattati. La logica del suo voltafaccia era che il modo miglior di contenere il ‘nemico ereditario’ della Francia era di abbracciarlo.
Il complesso De Gaulle continuò a frastornare i suoi colleghi europei, simultaneamente agendo da più pro- e da più anti-europeo del suo periodo. Negli anni 1960, il suo impegno per intensificare il progetto europeo alimentò la sua opposizione feroce di espanderlo con l’ingresso britannico. Il generale, che non ha mai condiviso i valori cristiani consapevoli di Schuman, era costantemente ostile ad ogni forma d’integrazione sovrannazionale e di perdita di sovranità francese. Mentre dichiarava il suo sostegno per un Europa forte, un ‘Europa europea’ non controllata dall’America, la sua paura di istituzioni europee forti gli causarono di indebolire il processo decisionale. Certi incolpano de Gaulle per aver ritardato il progetto europeo di vent’anni, e di aver accresciuto fortemente l’europaralisi.
Nel 1967, le comunità dei Trattati di Roma furono fuse in un’identità collettiva chiamata le Comunità europee, più comunemente la Comunità europea (CE), attraverso il Trattato di fusione.
Dopo de Gaulle nel 1973, il Presidente Pompidou accolse i primi nuovi membri: la Danimarca, l’Irlanda ed il Regno Unito. Mai davvero buon amico con il suo omologo tedesco occidentale Willy Brandt, il francese riadottò la mentalità dell’equilibrio dei poteri, vedendo la Gran Bretagna come un contrappeso all’influenza tedesca, e tramortendo ogni sviluppo sovrannazionale nella comunità.
Tuttavia, il suo successore, Giscard d’Estaing, rinnovò le relazioni franco-tedesche l’anno successivo con Helmut Schmidt per portare avanti la comunità economicamente e politicamente. Il Sistema monetario europeo fu configurato, collegando le valute dei membri partecipanti, una prima tappa verso l’introduzione ulteriore dell’Euro. Nel 1979, gli elettori degli stati membri hanno avuto la loro prima opportunità di votare direttamente a livello europeo alle elezioni per il Parlamento europeo.
Nel 1981, la Grecia diventò il decimo membro della Comunità europea. Lo stesso anno, il politico in crescita che era succeduto a Schuman da Ministro della giustizia nel 1956, François Mitterrand, fu eletto alla presidenza francese nel 1981. Mitterrand, allora ultrasessantenne, stava per diventare il presidente francese più longevo, fino al 1995.
Al contrario di Schuman, Mitterrand era felice di servire il regime di Vichy. Eppure, dopo la guerra, si giunse ad una delegazione francese a Caux, anche prima della visita di Schuman. Un commentatore descrisse la sua vita come ‘vissuta sotto un immenso punto interrogativo’, e come un uomo che ‘non accettava il principio di contraddizione’.
Mitterrand avviò dei monumenti architetturali grandiosi a Parigi, quali la Grande Arche de la Défense, abbastanza grande per inglobare totalmente la Cattedrale Notre-Dame. Nel suo libro La Cattedrale e il cubo, George Weigel interpreta questo ‘monumento’ come un’affermazione umanistica deliberata della superiorità della ragione sulla fede, e rispecchiando la cultura secolare ‘proprio ostile’ al Cristianesimo. ‘L’uomo europeo si è convinto che, per essere moderno e libero, deve essere radicalmente secolare’, scrive Weigel. ‘Questa convinzione e le sue conseguenze pubbliche sono alla radice della crisi contemporanea della morale della civilizzazione d’Europa.’
(La seconda parte verrà pubblicata la settimana prossima)
Jeff Fountain
Direttore Centro Schuman
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