Un viaggio europeo #11 – Wicklow (Irlanda)
Patrizio e la trasformazione dell’Irlanda
Dopo l’Ucraina la settimana scorsa, visitiamo oggi l’Isola di Smeraldo, cioè l’Irlanda, ed in particolare la cittadina di Wicklow.
La cittadina è a 50 km a sud di Dublino ed ha quasi diecimila abitanti. Si trova sul litorale del mar d’Irlanda e ai piedi delle montagne Wicklow, quindi non sarà difficile immaginare la bellezza di questo luogo.
Potremmo visitare la chiesa San Patrizio oppure bere una buona birra irlandese in uno dei pub del luogo. Andiamo invece a visitare il porto. Si tratta in realtà di una marina alla foce del fiume Vartry.
Wicklow è il nome inglese della città. In lingua irlandese però, è chiamata Cill Mhantáin, letteralmente “la chiesa dello sdentato”. Questo ci rivela che la città si è probabilmente sviluppata intorno ad una chiesa. Ma il nome ‘sdentato’ invece è un po’ sorprendente.
La storia dietro al nome è legata a Patrizio, l’apostolo degli irlandesi. Si racconta che quando Patrizio tornò in Irlanda per la sua missione, era accompagnato da vari collaboratori e cercò ad accostare su una spiaggia vicina. Lì i residenti ostili li picchiarono, provocando la perdita dei denti frontali ad uno dei suoi amici. L’uomo diventò conosciuto come Manntacht (lo sdentato). Ma Manntacht non si lasciò scoraggiare, e tornò più tardi in questo luogo per fondarvi una chiesa.
Ecco per la storia locale! Anche se non è verificabile, ci rivela comunque un’altra storia. Forse lo avete indovinato, voglio parlare di Patrizio d’Irlanda.
Patrizio era probabilmente nato in Inghilterra vicino alla città odierna di Daventry. Crebbe in una famiglia cristiana e benestante. Tuttavia visse in un periodo di grande instabilità in tutta l’Europa. In Gran Bretagna, le frequenti scorrerie irlandesi seminavano il panico. Verso i sedici anni, Patrizio fu catturato nel corso di una di queste scorrerie. Da schiavo, si prese cura di una mandria di suini per sei anni, nella regione d’Antrim nell’odierna Irlanda del Nord. Era in quel periodo che la fede di Patrizio diventò vita.
Un giorno sentì una voce misteriosa annunziarli: “Stai per tornare a casa tua. Guarda, la tua nave è pronta.” Patrizio ubbidì alla voce e probabilmente camminò verso il sud dell’Irlanda, vicino a Rosslare, da dove tuttora partono i traghetti per la Gran Bretagna.
Quando Patrizio chiese ai marinai se potesse giungersi a loro, sospettarono (giustamente) che era un fuggitivo. Patrizio si ritirò per pregare, dopodiché i marinai lo chiamarono di salire a bordo.
Dopo qualche anno in Gallia (Francia odierna), Patrizio riuscì a tornare finalmente nella sua famiglia in Gran Bretagna. Ma il suo soggiorno sarà di corta durata. In effetti Patrizio ebbe una seconda esperienza sovrannaturale. Questa volta, vide in visione un irlandese dirgli: “t’imploriamo di tornare e di camminare in mezzo a noi ancora una volta.”
Questa visione simile a quella della macedone dell’apostolo Paolo non lo lascerà. Tornò un’altra volta in Gallia, forse nell’abbazia di Lerino (un isola al largo di Cannes nel mar mediterraneo). Questo monastero, cosiccome altri luoghi visitati in quegli anni, gli servirono di preparazione per il suo compito futuro in Irlanda.
Ci sono vari luoghi in Irlanda dove si pensa che Patrizio accostò nel suo secondo viaggio. La foce del fiume Vartry è uno di questi.
Nel corso dei trent’anni successivi, Patrizio effettuò una missione che porterà alla conversione di tutta l’isola. Gli irlandesi fondarono dei monasteri composti da un oratorio per la preghiera al centro, e da piccole malghe per gli individui e le famiglie. I monaci si radunavano frequentemente per la preghiera ed i pasti. Questi monasteri, che erano in realtà dei paesini, si moltiplicarono velocemente in tutta l’isola.
Comunque, la conversione degli irlandesi non li fece abbandonare velocemente le vecchie abitudini. Le guerre tra tribù continuarono, implicando a volte anche dei monasteri. Neanche l’avvento del cristianesimo sradicò le tradizioni pagane. Tuttavia, nel corso della vita di Patrizio, la schiavitù, della quale era stato una vittima, fu totalmente soppressa.
La conversione degli irlandesi ebbe poi un enorme impatto in tutta l’Europa.
Prima di tutto, l’alfabetizzazione trasformò i vecchi guerrieri irlandesi in monaci eruditi. Trascrissero testi biblici ed opere classiche greche e romane, un lavoro che salvò tanti manoscritti dalla distruzione all’epoca delle invasioni germaniche. La loro sopravvivenza fino ad oggi è in gran parte grazie al loro contributo.
Poi, generazioni future d’irlandesi lasciarono l’isola per evangelizzare la Gran Bretagna ed il resto dell’Europa dopo la caduta dell’impero romano, portando il messaggio del vangelo alle tribù germaniche.
L’opera degli irlandesi stabilì le fondamenta della ricostruzione dell’Europa nel Medioevo. Cosa sarebbe l’Europa oggi senza il loro contributo?
Alla fine, tutto quanto sopra considerato (e se il consumo dell’alcol non è un problema per voi), perché non bere una buona birra irlandese alla memoria di Patrizio, l’apostolo degli irlandesi?
Alla settimana prossima altrove in Europa!
Cédric Placentino
Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese
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