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« La demografia è destino» (2a parte)

Per leggere la prima parte, cliccare qui.

L’interesse sul legame tra la religione e la fertilità è fortemente cresciuto nel corso degli ultimi vent’anni.

Una bibliografia online sulla religione e la fertilità contiene oltre 700 libri ed articoli. Le conseguenze sociali che i livelli deboli e durabili di fertilità hanno su un ampia gamma di domande sono esplorate in profondezza nel libro di Poston Low Fertility Regimes and Demographic and Societal Change (ed., 2018) (Regimi deboli di fertilità e cambiamenti demografici e sociali). L’ultimo capitolo del libro di Poston tratta della religione e della fertilità.

In questo libro, Ellison et al analizzano gli effetti dei cambiamenti di fertilità sulla religiosità usando quattro risposte dai dati del World Values Survey in un modo molto simile al nostro Index Nova sulla secolarizzazione in Europa (NISE) come descritto nell’edizione di Vista d’ottobre 2010. Le loro quattro misure erano la partecipazione ad uffici religiosi, la salienza religiosa (l’importanza della religione nella vita di una persona intervistata), le convinzioni religiosi (in particolare se credono in Dio o no) e la religiosità privata (misurata dalla frequenza di preghiera). L’analisi regressiva multilivello era poi condotta su due variabili indipendenti, ossia la fertilità individuale (come attestate nella loro risposta del World Value Survey ad un numero di bambini che avevano), ed il livello di fertilità d’un paese usando il tasso di fertilità totale.

I risultati erano chiari: “le variabili di fertilità sia a livello individuale sia a livello nazionale erano notevolmente associate con tutte le variabili religiose a livello individuale nelle direzioni anticipate” (pg.223), vale a dire, meno persone religiose dimostrano una fertilità più bassa. Niente di sorprendente qui. Laddove Ellison et al esplorano nuovi territori è nella loro inversione di relazione causale tradizionale. Di solito, viene invocato che siccome la gente diventa meno religiosa, hanno meno bambini. Ma i ricercatori suggeriscono il contrario: la fertilità declinante porta a riduzioni di partecipazione, di salienza e di fede religiosa. In conclusione, suggeriscono “almeno un evidenza provvisoria che le connessioni tra la religione e la fertilità potrebbero essere bidirezionali.” (pg. 228).

Implicazioni missiologiche in Europa

Queste tendenze ed altre, ci spingono ad identificare quattro implicazioni missiologiche chiavi per la missione europea:

  1. L’ingrigimento della missione. Se la metà della popolazione europea avrà più di 65 anni nel 2070, ciò richiederà una completa rivalutazione delle priorità della missione. La cura per le persone anziane diventerà una delle attività principali della missione cristiana.
  2. Il futuro dell’Islam in Europa. Il fatto è chiaro che, con le migrazioni recenti e con i differenziali di tassi di natalità, il numero di musulmani in Europa continuerà a crescere. Ciò pone una sfida notevole per le società secolari europee ma anche per la chiesa. Le chiese ovunque dovranno aiutare le loro comunità ad entrare in dialogo e a raggiungere i loro vicini musulmani. Dovranno inoltre resistere di fronte alla retorica dei populisti e dei nazionalisti che cercheranno a legittimare il razzismo attraverso “la difesa della nostra identità cristiana.”
  3. La migrazione ed il futuro della chiesa europea. Gli effetti demografici lenti, leggeri e silenziosi possono avere un profondo impatto a lungo termine. L’arrivo di milioni di migranti dal resto del mondo è stato largamente ignorato. Eppure questi “nuovi europei” rinnovano e cambiano il volto delle chiese d’Europa. La loro passione, la loro spiritualità dinamica e la loro fiducia nei progetti e nella potenza di Dio non meno sono una sfida per l’Europa secolare e per l’islam. Se le chiese europee e le chiese migranti possono imparare a lavorare e a testimoniare insieme, ciò può essere una testimonianza potente nell’Europa di domani.
  4. “Vai avanti e moltiplica”. Rodney Stark (1996) ha mostrato quanto la fertilità favorevole ed i tassi di mortalità dei cristiani primitivi relativi alla popolazione pagana hanno aiutato a nutrire un tasso di crescita del 40% per vari secoli. Come questo potrebbe riprodursi ancora una volta? Se Ellison et al hanno ragione, allora un aumento della popolazione religiosa in Europa necessiterà un aumento dei tassi di fertilità di tanti cristiani europei. Forse una delle cose più radicali che i giovani cristiani possono fare oggi è sposarsi ed avere una (grande) famiglia.

La secolarizzazione non è il “telos” della storia. Le previsioni della scomparsa del cristianesimo in Europa non prendono in conto la promessa che Gesù aveva fatto a Pietro, che “sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere” (Matteo 16:18).

Il destino della chiesa dipende da qualcosa di più della demografia, ma non dobbiamo ignorare le prospettive che la demografia offre per il futuro della missione cristiana in Europa.

Jim Memory

Membro della squadra d’edizione del periodico Vista.

Riferimenti

Ellison, et al in Poston (2018) Low Fertility Regimes and Demographic and Societal Change, Cham: Springer.

European Commission (2018) The 2018 Ageing Report, https://ec.europa.eu/info/ publications/economy-finance/2018- ageing-report-economic-and-budgetary- projections-eu-member-states-2016- 2070_en

European Environmental Agency (2016), https://www.eea.europa.eu/data-and- maps/indicators/total-population-outlook -from-unstat-3/assessment-1

Kaufmann (2010) Shall the Religious Inherit the Earth?, London: Profile.

Pew Research Center (2017) Europe’sGrowing Muslim Population, www.pewforum.org/2017/11/29/europes -growing-muslim-population.

Pew Research Center (2018) Eastern and Western Europeans Differ on Importance of Religion, Views of Minorities, and Key Social Issues, www.pewforum.org/2018/10/29/ eastern-and-western-europeans-differ-on -importance-of-religion-views-of- minorities-and-key-social-issues.

Stark (1996) The Rise of Christianity, Princeton: Princeton University Press.

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