Lingua e letteratura
Nel mese di luglio, il Centro Schuman ripubblica Il progetto di libro da salotto di Jeff Fountain che cerca di promuovere la consapevolezza della centralità dell’influenza di questo libro nel nostro modo occidentale di vita e di pensiero.
Nessun libro ha avuto un influenza paragonabile alla Bibbia nello sviluppo delle lingue e della letteratura: in Europa, ad est ed ovest, nel Medioriente da due millenni e nel mondo intero da quattro secoli. La Bibbia è stata tradotta in più lingue di qualsiasi altro libro. È citata nella letteratura più spesso di ogni altra fonte.
La Bibbia fu tradotta nei primi secoli d.C., dall’ebraico, dall’aramaico e dal greco, nelle lingue copta, siriaca, armena, etiope, gotica e latina.
Ulfila creò l’alfabeto gotico nel 4° secolo specialmente per tradurre la Bibbia (vedi foto). Più tardi nello stesso secolo, la traduzione latina di Girolamo diventò la Bibbia di riferimento per la Chiesa cattolica romana fino ai tempi moderni. I popoli slavi, ad orientamento romano, compresi i Polacchi, i Cechi, gli Slovacchi, gli Sloveni ed i Croati, adattarono l’alfabeto latino nelle loro proprie lingue.
Gli Slavi di fede ortodossa orientale usavano l’alfabeto cirillico sviluppato per la traduzione della Bibbia nel 9° secolo dai fratelli missionari greci, Cirillo e Metodio. Oggi, più di 50 lingue usano le lettere cirilliche, compresi il bielorusso, il bulgaro, il kazako, il kirghiso, il macedone, il montenegrino, il russo, il serbo, il tagiko, il turkmeno, l’ucraino e l’uzbeco.
Con un testo normativo, vari dialetti lasciarono il posto ad un ortografia standardizzata ed un uso unificato. Questo processo iniziò più tardi in Europa occidentale, con l’idea della Riforma che tutti dovevano avere accesso alla Bibbia nella propria lingua madre europea.
Per la sua traduzione del Nuovo Testamento in greco e latino, nel 1516, Erasmo intendeva aiutare altri a tradurre la Bibbia nelle lingue materne europee. Grazie ad antichi manoscritti portati in Occidente dai monaci scappati alla conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, Erasmo osò correggere tanti errori della Vulgata di Girolamo e sconvolse le istituzioni in Europa.
Aiutate dalla stampa recentemente inventata, intere traduzioni della Bibbia apparvero poco dopo in bielorusso (Skaryna, 1517), in tedesco (Lutero, 1522), in francese (Lefèvre d’Etaples, 1530), in inglese (Coverdale, 1535), in svedese (Gustav Vasa, 1541) ed in polacco (Brest, 1563). Nei secoli successivi, la Bibbia fu tradotta in tutte le lingue europee. Oggi, l’intero libro è disponibile in tutto il mondo in 554 lingue, più di ogni altro libro, con parti della Bibbia in 3.000 lingue.
Un’eredità ricca di proverbi, frasi e parole bibliche diventarono quindi parte del linguaggio quotidiano in tante culture europee. La lingua inglese deve tanto particolarmente a William Tyndale, la cui traduzione del Nuovo Testamento del 1526, completata in esilio nel Continente, rappresentava il 90% della versione King James del 1611. Le traduzioni della Bibbia in lingua italiana hanno dato tante espressioni usate quotidianamente dagli Italiani, compresi:
Fare da capro espiatorio, guadagnarsi il pane con il sudore della fronte, occhio per occhio, dente per dente, seminare zizzania, vendersi per un piatto di lenticchie, restare di sale, colosso dai piedi d’argilla, essere il beniamino, niente di nuovo sotto il sole, servire due padroni, vacche magre e vacche grasse, aspettare la manna del cielo, dare perle ai porci, essere poveri di spirito, chi trova un amico trova un tesoro, chi semina vento raccoglie tempesta, nessuno è profeta in patria,…
Fino ad una generazione fa, i nomi inglesi erano ufficialmente chiamati ‘nomi cristiani’. Quanti nelle nostre famiglie o nei nostri circoli d’amici hanno nomi tirati dalla Bibbia o dalla storia del Cristianesimo? Per es. Adamo, Eva, Noè, Abraamo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe, Rachele, Giuseppe, Aronne, Miriam, Giosuè, Ester, Gionata, Davide, Giona, Daniele, Samuele, Elisabetta, Andrea, Pietro, Giovanni, Giacomo, Maria, Anna (con innumerevoli variazioni di questi due ultimi nomi), Matteo, Marco, Paolo, Luca, Tommaso, Stefano, Filippo, Timoteo, Antonio, Cristoforo, Cristina, Caterina, Margherita, Martino, Patrick, Monica, Veronica,…
La Bibbia stessa è letteratura, comprendente testi storici, narrativi, poetici, di lettere e visionari. Ha ispirato certi libri più influenti scritti nella storia, compresi La città di Dio (Agostino),Storia ecclesiastica (Eusebio), Storia ecclesiastica del popolo degli Inglesi (Bede), La divina commedia (Dante), Paradiso perduto (Milton), Il pellegrinaggio del cristiano (Bunyan), Faust (Goethe), Canto di Natale (Dickens), I fratelli Karamazov (Dostoevskij), Il Signore degli Anelli (Tolkien) e Le Cronache di Narnia (Lewis).
Shakespeare, cresciuto con la Bibbia di Ginevra del 1560 e, secondo voci che circolano, avrebbe contribuito alla versione King James, che cita la Bibbia 1350 volte, alludendo ad almeno 42 libri della Bibbia nelle sue opere.
Innumerevoli libri e documenti di ricerca academica continuano ad essere scritti sulla Bibbia, certi anche in forte opposizione al suo messaggio. Tuttavia ignorare la Bibbia significa ignorare la nostra ricca eredità linguistica e letteraria.
Davvero la Bibbia ha nutrito l’anima della lingua e della letteratura in Europa, come nessun’altro libro.
Jeff Fountain
Direttore Centro Schuman
Per altri articoli di Jeff, visitate www.weeklyword.eu/it
Nota sulla lingua italiana
Al contrario di tante altre lingue europee, la lingua italiana scritta non è nata con la traduzione della Bibbia. Ciò nonostante, l’italiano scritto sorge comunque da un contesto chiaramente cristiano. Il Cantico delle Creature, scritto da Francesco d’Assisi intorno al 1226, è considerato uno dei più antichi testi poetici italiani. Nel trecento, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, conosciuti come Le Tre Corone della letteratura italiana, usavano tanti temi biblici nelle loro opere. Le prime traduzioni della Bibbia in italiano apparvero già nel Quattrocento e nel Cinquecento (per es. Malermi, Jenson e Brucioli). Tuttavia, il primo ad usare il Nuovo Testamento di Erasmo fu Giovanni Diodati per la sua celebre traduzione del 1607.
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