Vivere l’eredità (6a parte)
Come vivere l’eredità che Robert Schuman ci ha lasciato in Europa? Tratto dal libro di Jeff Fountain Deeply Rooted. Il libro sarà pubblicato prossimamente in italiano (1a parte qui, 2a parte qui, 3a parte qui, 4a parte qui, 5a parte qui)
VI. Quali modelli influenzano il dialogo sul futuro dell’Europa?
Dr Léonce Bekemans[1] identificava tre modelli che formano il pensiero sull’identità futura in un discorso al Forum europeo dei Comitati Nazionali dei Laici, radunati a Bratislava nel luglio 2008:
1.L’Europa di cultura o ‘famiglia di nazioni’:
I comunitari sottolineano la storia e la cultura comune. L’identità europea, egli argomenta, è emersa da movimenti comuni nella religione e la filosofia, la politica, la scienza e le arti. Questa visione tende ad escludere la Turchia e ad argomentare una coscienza più forte della tradizione cristiana (o giudeocristiana). ‘L’unità nella diversità’ rinvia all’Europa da ‘famiglia di nazioni’. Enfatizzando che i confini dell’Unione europea devono essere definiti velocemente, questo potrebbe portare ad una forma di ‘Euro-nazionalismo’ e a politiche d’esclusione nelle società europee.
2. L’Europa di cittadini o ‘patriottismo costituzionale’:
I liberali ed i repubblicani argomentano per un’identità civica, una cultura politica comune basata su principi universali di democrazia, di diritti dell’uomo, di stato di diritto, ecc.. Jürgen Habermas crede che i cittadini non dovrebbero essere identificati con un’identità culturale comune, ma con qualche principio costituzionale che garantisce pienamente i loro diritti e le loro libertà. Le identità culturali, i credi religiosi, ecc. dovrebbero essere confinati nella sfera privata (ciò aiuta a spiegare la posizione francese su Dio e la religione nella costituzione dell’Unione europea). L’identità europea si affermerà da pratiche politiche e civiche comune, da organizzazioni della società civile e da istituzioni dell’Unione europea forti, loro ragionano. ‘L’unità nella diversità’ significa qui condividere dei valori politici e civici mentre aderiscono a pratiche culturali diverse. I limiti della comunità dovrebbero essere una questione di politica, non di cultura.
3.L’Europa come spazio d’incontri:
‘L’identità europea’ emergerà come una conseguenza di scambi e cooperazioni civici, politici e culturali intensificati, argomentano i costruttivisti, che vedono la conoscenza e il senso come emergente dall’esperienza, non dall’ideologia o dalla rivelazione. ‘L’identità europea’ sarebbe costantemente ridefinita attraverso le relazioni con gli altri. ‘Uniti nella diversità’ coinvolge la partecipazione nelle pratiche politiche e culturali collettive. Sarebbe sbagliato e impossibile fissare i confini dell’Unione europea.
Quali erano quindi gli elementi portanti d’una visione cristiana per un’Europa pluralistica, secondo Bekemans?
Identificava tre componenti di base:
- Diversità nell’unità: implicando l’impegno e l’accettazione del principio di sussidiarietà; e il rispetto dell’altro, della diversità, della dignità umana, ecc.
- Distinzione tra il temporale e lo spirituale: tuttavia capendo che la fede adoperava l’impegno sociale.
- Modestia: non c’era alcuna risposta tutta pronta in un processo in cambiamento. Tuttavia, egli sottolineava, le chiese e il cristianesimo avevano dei ruoli vitali da giocare per il futuro dell’Europa.
VII. Cosa possiamo fare per recuperare l’eretidtà persa di Schuman?
Delle giornate speciali di memoria sono importanti per gli eventi chiave della nostra storia. In Europa, tante nazioni hanno delle ferie e delle cerimonie pubbliche ad inizio maggio per ricordarsi dei caduti della nazione nelle guerre e per celebrare la loro liberazione o vittoria.
Dal 1985, il 9 maggio è stato celebrato come la Giornata dell’Europa, riconoscendo che la Dichiarazione Schuman fu la prima tappa concreta nel lungo viaggio verso un ‘unione sempre più stretta’ dei popoli europei. In certi paesi, e specialmente nelle istituzioni dell’Unione europea, viene spesso riferita come la Giornata Schuman. Il giorno è osservato formalmente nella maggioranza degli stati membri dell’Unione europea, ed anche in Turchia ed in altri paesi circondanti. Una maggior eccezione è il Regno Unito, con la sua storia d’euroscetticismo.
Tuttavia, questa data non risuona ancora nel cuore dell’Europeo medio, come per il ricordo delle vittime della guerra e per la celebrazione della liberazione. Vincere la pace non ha ancora catturato l’immaginazione pubblica.
Una ragione pratica è che l’inizio del mese di maggio è affollato di altre commemorazioni e celebrazioni, come menzionato. Altre ferie e feste come Pasqua, l’Ascensione, Pentecoste o il Primo Maggio causano tante interruzioni nel programma quotidiano normale in questa stagione.
Un’altra ragione è che la gente semplicemente non conosce questa storia. È scarsamente insegnata a scuola. Nessuno dei miei bambini o delle loro spose, tutti con un educazione universitaria europea, hanno sentito questa storia nei loro tre livelli d’educazione, all’infuori magari di una nota a piè di pagina.
Eppure, se è vero, come lo abbiamo affermato prima, che la Dichiarazione Schuman fu il momento cruciale per l’Europa moderna – la svolta drammatica che creò in un momento l’architettura concettuale della Casa europea nella quale mezzo miliardo d’Europei vivono in pace gli uni con gli altri – allora di sicuro, questa merita la nostra attenzione.
Questo dovrebbe essere vero specialmente per i cristiani, siccome conosciamo la storia dietro la storia.
Restaurare questa storia nei programmi di storia delle nostre scuole è un correttivo ovvio.
Un altro è di sviluppare dei modi creativi ed appropriati per commemorare la Giornata dell’Europa annualmente, che sia impostata come ferie o meno.
Questo non sottoscrive necessariamente con tutto quello che l’Unione europea rappresenta oggi. Ad esempio, il Centro Schuman per gli studi europeiha lo scopo di organizzare ogni anno, nella Giornata dell’Europa, un Forum sullo stato dell’Europanella capitale della nazione alla presidenza dell’Unione europea in quel momento.[2]
Lo scopo è di ringraziare Dio per i quasi sette decenni di pace che l’unione dei popoli europei ha portato alle nazioni partecipanti, per ricordare la visione ed i valori del fondatore, per valutare le realtà attuali dell’Unione europea alla luce di questi valori, e di chiedere come la visione ed i valori possono essere promossi.
Questa è un opportunità di porre domande critiche e punti d’inquietudine, mentre allo stesso tempo, chiederci come possiamo vivere meglio il comandamento di Cristo di ‘amare i nostri prossimi come noi stessi’ nella comunità dei popoli europei.
Che Dio ci dia il coraggio e la grazia di vivere quest’eredità e questi valori che c’insegna.Il futuro dell’Europa dipende da questo.
Jeff Fountain
Direttore Centro Schuman
[1]Léonce Bekemans è la Cattedra universitaria Jean Monnet sulla “Globalizzazione, il dialogo interculturale e l’inclusività” all’Università di Padova.
[2]Budapest in 2011, Copenhagen 2012, Dublino 2013, Atene 2014, Riga 2015, Amsterdam 2016, Valletta 2017. Per la prima volta nel 2019, due Forum sullo stato dell’Europa soon organizzati, nel primo semestre a Bucarest e nel secondo ad Helsinki (dal 21 al 23 novembre).
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