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Il canto della libertà

Oggi alle 10 (lunedì 27 aprile), i cittadini d’Olanda saranno sui loro balconi, alle loro finestre e nei loro giardini di tutto il paese per cantare insieme le parole misteriose della prima strofa dell’inno nazionale più antico al mondo, il Wilhelmus.

Per questo Koningsdag, la giornata del re, il compleanno di re Willem Alexander, quando tradizionalmente, gli olandesi creano un mare arancione con bandiere, striscioni, berretti e magliette affluendo verso i luoghi pubblici per dei concerti e delle festività bonarie.

Ma quest’anno, per la prima volta sin dalla Liberazione 75 anni fa, le strade e le sale dei concerti restano vuote. Il confinamento ha forzato la cancellazione della visita reale della città di Maastricht.

Tuttavia, la festa continua sotto il titolo: Koningsdag Thuis (il giorno del re a casa). Ciò significa cantare il Wilhelmus, accompagnato dall’orchestra Koninklijke Concertgebouw in diretta su zoom.

Simpatico per gli olandesi, voi direste.

Ma un attimo. C’è qui uno sfondo sul modo in cui libertà si è diffusa nel nostro mondo. Perché la festa celebra la nascita sanguinosa della nazione, frutto di uno lotta per la libertà di coscienza e di religione, trasformando l’Olanda in un laboratorio per la libertà, attraendo gli innamorati della libertà come Descartes, Spinoza, Locke, Comenio e i padri pellegrini.

Ecco quel che dice la prima strofa del Wilhelmus(una delle quindici strofe che mia moglie ha imparato a memoria a scuola):

   Wilhelmus van Nassouwe ben ik, van Duitse bloed.(Guglielmo di Nassau io sono, di sangue tedesco).

   den vaderland getrouwe blijf ik tot in den dood.(Sarò fedele alla mia patria fino alla morte)

   Een Prinse van Oranje, ben ik, vrij, onverveerd,(Un principe di Orange io sono, libero, impavido)

   den Koning van Hispanje heb ik altijd geëerd.(Ho sempre onorato il re di Spagna)

La prima lettera di ogni strofa scrive W-I-L-L-E-M—V-A-N—N-A-Z-Z-O-V – l’antica ortografia per Willem van Nassau (Guglielmo di Nassau). Nassau fu un ducato in Germania, e Orange un principato indipendente nel sud della Francia (come Monaco). Il nostroGuglielmo è di Nassau, ed era quindi tedesco (vedere prima linea). Eppure, la Germania è diventata una nazione soltanto 300 anni dopo. Quindi, qual era la patria della seconda strofa? Il Sacro Romano Impero? In effetti, una strofa strana che gli olandesi cantano comunque così giovialmente. I Paesi Bassi, che non esistevano ancora, non sono menzionati in tutto il canto.

Tirannia

Da bambino, Guglielmo aveva ereditato il principato di Orange, aprendogli le porte della corte imperiale di Carlo V a Bruxelles. Più tardi, diventò emissario dell’imperatore a Parigi, frequentando la nobiltà di tutta l’Europa. Ormai un europeo cosmopolita, si concertava con tanti aristocratici, compresi dei responsabili ugonotti francesi.

Il canto è scritto nel 1572, quattro anni dopo che Guglielmo decise di guidare una rivolta contro la violenza spietata contro i protestanti nei Paesi Bassi medievali, segnando l’inizio della guerra di ottant’anni con la Spagna. Egli dichiarò in primo luogo la sua lealtà (quarta linea qui sopra) a Filippo II, il re di Spagna e sovrano asburgico dei Paesi Bassi medievali, accusando i viceré di Filippo per le ingiustizie.*

Alla fine, Guglielmo riconobbe Filippo essendo il vero tiranno. Filippo dichiara Guglielmo fuorilegge. Una strofa dichiara la fiducia di Guglielmo in Dio che ‘toglierà la tirannia’, la quale spezza il suo cuore. Un’altra strofa paragona Guglielmo con Davide fuggendo dalla presenza di Saulo il tiranno.

Quel che è in gioco è il diritto di adorare liberamente, di seguire la propria coscienza, e non quel che il monarco impone. “In un paese libero, le lingue dovrebbero essere libere!” aveva prima protestato Guglielmo quando decise di guidare la rivolta, citando Erasmo.

Dilemma

I magistrati olandesi degli stati provinciali avevano fronteggiato un grande dilemma. Avevano giurato fedeltà a Filippo, un giuramento che non si spezzava alla leggera. Ma il 14 giugno 1581, invocando che Filippo era un ‘falso pastore’ per aver abbandonato il suo ‘gregge’ olandese, i rappresentanti dello stato ribelle redassero l’Atto di abiura, il Plakkaat van Verlatinghe(letteralmente il ‘cartello della diserzione’), per dichiarare il trono vacante. Le sette Provincie Unite diventarono debitamente una repubblica federale, il primo stato nazione olandese pienamente indipendente. Guglielmo, assassinato nel 1584, non è mai diventato stadhouder o re. Sarà soltanto 230 anni dopo che il Congresso di Vienna del 1815 stabilirà la casa di Orange come monarchia olandese, con i discendenti di Guglielmo dirigendo fino a Willem Alexander oggi.

Il Plakkaat van Verlatinghe è una delle prime dichiarazioni dei diritti dei cittadini di rovesciare un tiranno. Nel 1689, i britannici seguirono gli olandesi con la dichiarazione dei diritti del 1689, spodestando il re cattolico Giacomo II. Intronizzarono il pronipote di Guglielmo d’Orange, stadhouder, e non re, nella Repubblica olandese, come Re Guglielmo d’Inghilterra, di Scozia e d’Irlanda.

La forte somiglianza della Dichiarazione d’indipendenza americana del 1776 con il Plakkaat van Verlatinghe, giustificando il rovescio della tirannia britannica, ha portato certi esperti a concludere che fu ispirata dagli olandesi. La Dichiarazione americana fu a sua volta l’ispirazione per la libertà in tanti altri paesi come in America latina, in Africa e in Asia.

Oggi, per gli olandesi, l’arancione è il colore della libertà, e il Wilhelmus è il suono della libertà, risvegliando l’oranjegevoel (il sentimento arancione).

Per gli olandesi, vale la pena cantare a squarciagola.

I Paesi Bassi medievali corrispondevano, grosso modo, all’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo e il nord della Francia

Jeff Fountain

Direttore Centro Schuman

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