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Un Viaggio europeo #45 – Zurigo (Svizzera)

Se parliamo della città di Zurigo e della Riforma svizzera, tanti penseranno alla ‘Vicenda delle Salsicce’, quando un gruppo di cittadini distribuì e mangiò delle salsicce in pubblico durante la quaresima, sfidando direttamente la chiesa cattolica romana.

Eppure, questo evento, che si produsse nel 1522, era soltanto una parte d’una Riforma che era già iniziata qualche anno prima.

Quindi, per quest’ultima tappa della nostra miniserie sulle orme di Ulrico Zwingli, visiteremo Zurigo. È la città più popolata di Svizzera, e nel 2012, fu classificata come città più cara al mondo. Quest’ultima è localizzata sulla punta nord del Lago di Zurigo, dove scorre nel fiume Limmat dopo il Ponte del Molo (Quaibrücke). Circondato da sei cantoni, il cantone di Zurigo è un incrocio importante in Svizzera. 

Mezzo chilometro dopo il ponte, lungo la sponda destra del Limmat, scopriamo il sito più famoso di Zurigo e della Riforma svizzera, la cattedrale romanesca Grossmünster. Prima del cinquecento, questo luogo era un monastero, mentre la Fraumünster, localizzata dall’altro lato del fiume, era un convento.

Sopra l’ingresso della Grossmünster, leggiamo queste parole: “In questa Casa di Dio, la Riforma di Ulrico Zwingli prese il via.”

Sin dai tempi di Carlo Magno, la Grossmünster era una scuola di cattedrale. E nel 1518, la funzione di predicatore era vacante. Oswald Myconius, l’amico più vicino di Zwingli che era all’epoca maestro di scuola a Zurigo, sapeva che questo ruolo sarebbe perfetto per il suo amico che era ancora ad Einsiedeln. Siccome Zwingli aveva acquistato una reputazione positiva in tutta la Svizzera, la sua nominazione in questa città importante poteva avere un impatto enorme in tutto il paese.

È così che Myconius presentò la proposta alle autorità della chiesa delle città. Nonostante una certa opposizione, Zwingli fu finalmente eletto predicatore della cattedrale l’11 dicembre 1518. La notizia si propagò a macchia d’olio e attinse persino Parigi, rallegrando i numerosi studenti svizzeri.

Zwingli chiese al suo vecchio amico di Basilea, Leo Jud, di rimpiazzarlo ad Einsiedeln. Arrivò poi a Zurigo alla fine del mese di dicembre. La sua prima riunione con le autorità della chiesa diede il la al suo ministero. Volevano che lui si assicuri che tutti i cittadini pagavano la decima. Questo dispiacque fortemente a Zwingli che rispose che era lì per insegnare il Vangelo. Egli disse: “Non è un nuovo metodo. È un metodo anziano. Ricordate le omelie di San Crisostomo su Matteo, o di Sant’Agostino su Giovanni.”

Restaurare la predicazione della Parola di Dio! Era precisamente ciò che era stato perso all’epoca. Predicò quindi il suo primo sermone il 1° gennaio 1519, nel quale disse: “È a Cristo che desidero guidarvi, a Cristo, la vera fonte di salvezza. Questa parola divina è l’unico cibo che cerco di amministrare ai vostri cuori e alle vostre anime”. Questo giorno è considerato come l’inizio della Riforma in Svizzera.

Il tempo era maturo per una Riforma. L’immoralità era diventata la norma nella Chiesa europea. Secondo il conte italiano Eneo Silvio di Caprara, “La dissolutezza era diventata permessa quasi dappertutto”.

Tanti cittadini vennero ad ascoltare Zwingli nella cattedrale. Tanti sentirono il Vangelo predicato per la prima volta. E possiamo misurare l’influenza veloce che ebbe a Zurigo. Un mese dopo appena, Sansone, il venditore d’indulgenze che abbiamo incontrato in un episodio precedente, arrivò nella città, semplicemente per essere vietato di venderle e cacciato via l’indomani.

Come possiamo immaginarlo, la vita di Zwingli non era priva di difficoltà. Scampò alla morte durante la peste bubbonica che colpì la Svizzera settentrionale qualche mese dopo. Finalmente, questo attrasse più gente a Dio.

L’anno 1522 vide l’evento più famoso della Riforma svizzera: la distribuzione pubblica di salsicce affumicate durante la quaresima. Si può pensare che questo era il frutto del ministero di Zwingli, il quale insisteva sulla Parola di Dio invece delle regole della chiesa. Il responsabile principale, Christoph Froschauer, fu arrestato dalle autorità, e liberato poco dopo grazie all’influenza di Zwingli.

Dopo un dibattito pubblico nel 1523, il consiglio municipale adottò il piano di Zwingli per la riforma e diventò quindi la prima città svizzera a farlo. San Gallo, Sciaffusa, Basilea, Bienne, Mulhouse e Berna seguirono poco tempo dopo.

Purtroppo, esiste anche un lato scuro della storia di Zwingli. Questo è legato alle persecuzioni degli anabattisti. In un periodo in cui un’unica teologia era tollerata, quelli che non l’accettavano erano considerati come minaccia per la coesione dello stato, e quindi perseguitati per la loro fede. È quel che accadde con gli anabattisti qui a Zurigo. Il loro rifiuto di battezzare i bambini li causò di essere affogati nel fiume dalle autorità protestanti.

Zwingli morì l’11 ottobre 1531 sul campo di battaglia di Kappel, nel corso di una guerra tra lo stato di Zurigo ed un’alleanza di cinque stati svizzeri (o cantoni) non ancora riformati.

Ulrico Zwingli, un uomo proveniente da un paesino di montagna sconosciuto, fu l’improbabile personaggio centrale che lanciò la Riforma svizzera. Più tardi, lo storico ginevrino Jean-Henri Merle d’Aubigné descrisse l’uomo di Wildhaus come “il focolaio d’illuminazione per tutta la Svizzera.”

Alla settimana prossima altrove in Europa.

Cédric Placentino

Responsabile Centro Schuman per l’Europa italiana e francese

Segui un viaggio europeo qui.

Foto: dominio pubblico

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